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Redazione

08.10.2012 ( Aggiornata il 08.10.2012 10:11 )

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Antonio Conte tornerà sulla panchina della Juventus il 9 dicembre a Palermo, dopo la riduzione a quattro dei suoi mesi di squalifica: così ha deciso il Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato dello Sport), scontentando (e quindi accontentando) un po' tutti. Una sorta di giustizia 'popolare', nel senso peggiore dell'espressione, perché se Conte fosse stato ancora allenatore del Siena (si sta parlando dell'omessa denuncia riguardante un Albinoleffe-Siena, è bene ricordarlo) invece che della Juventus le pressioni sarebbero state ben diverse e la condanna sarebbe rimasta quasi certamente 'esemplare'. Una grande occasione persa da parte della giustizia sportiva, perché se il Tnas avesse riaperto il dibattito, accogliendo le richieste di Conte (tipo ascoltare le testimonianze di Stellini, vero convitato di pietra della vicenda, oltre che di Mastronunzio) e della stessa Figc si sarebbe potuto entrare nel merito sospendendo la pena di Conte ed evitando una guerra di religione slegata dalla verifica dei fatti. Perché il diritto alla difesa non dovrebbe essere un optional, nemmeno nella giustizia sportiva che non può far giocare un campionato ogni cinque anni aspettando di emettere entenze definitive. Sentenze che peraltro hanno velocità diverse nonostante spesso riguardino lo stesso filone di indagine: si è perso il filo delle vicende riguardanti ad esempio giocatori di Napoli e Lazio, tanto per non citare squadrette. Un guerra in cui si è infilato nella solita maniera padronale (qualche socio del suo circolo di golf dovrebbe informarlo che non siamo più nell'Italia degli anni Settanta e Ottanta) Andrea Agnelli, non perché sapesse la verità su Albinoleffe-Siena (quella la sanno i diretti interessati, al massimo), ma solo per inserirsi nel filone eterno dell'indennizzo (quando è la Juventus che dovrebbe indennizzare il calcio italiano per avergli inflitto 12 anni di Moggi e Giraudo, che al conteggio attuale risultano radiati) e per lucrare qualche credito che nelle decisioni arbitrali fifty fifty, anche degli arbitri onesti, ha sempre la sua importanza. Chiudiamo dicendo che ci sta piacendo molto Conte: puntare all'assoluzione invece che al patteggiamento (strategia della Juventus, che all'inizio della storia lui aveva a malincuore avallato) è stato un segno di coraggio e alla fine pagherà. Magari non in termini di sconti su squalifiche e multe (c'è ancora l'iceberg Bari da evitare), ma di sicuro in quelli di credibilità.

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