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Le Olimpiadi dalla A alla Z

Redazione

14.08.2012 ( Aggiornata il 14.08.2012 12:43 )

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Archiviate le due settimane di Londra 2012, cerchiamo di riassumere in 26 punti cosa rimane di queste Olimpiadi. Dai fenomenali Bolt e Phelps, alle medaglie azzurre, che ancora una volta hanno trovato terreno fertile nella scherma. Dalle storie più commoventi all’amara realtà degli sponsor milionari. ATLETICA. Iniziamo la carrellata con l’attrazione principale delle Olimpiadi. Grandi protagonisti Usa (29 medaglie, 9 ori), Russia (18 medaglie, 8 ori) e Giamaica (12 medaglie, 4 ori). Da copertina anche il keniota David Rudisha, nuovo proprietario del record del mondo negli 800 metri piani, corsi in 1'40"91. Storici i due ori del padrone di casa Mohamed Farah (nei 5.000 e 10.000 metri), la doppietta turca nei 1.500 metri femminili (Alpetkin oro, Bulut argento), l’oro di Kirani James nei 400 metri piani, che ha regalato a Grenada la prima storica medaglia e il successo delle Bahamas nella 4 x 400 maschile. In ambito femminile, incetta di ori per la Russia: gli 800 metri con Marija Savinova, i 3.000 metri con Julija Zaripova, i 400 a ostacoli con Natalija Antjuch, la marcia 20 km con Elena Lasmanova, il lancio del martello con Tatjana Lysenko, il salto in alto con Anna Cicerova. Quanto all’Italia, porta a casa dall’atletica un bronzo, con il 36enne Fabrizio Donato, nel salto triplo. Queste Olimpiadi saranno ricordate anche per la partecipazione di Oscar Pistorius: il sudafricano ha potuto finalmente coronare il sogno di partecipare ai Giochi (400 metri e 4 x 400), dopo cinque medaglie nelle Paraolimpiadi. BOLT. L’atleta giamaicano che sogna di giocare nel Manchester United, è, insieme a Phelps, il simbolo dei Giochi. Confermatosi l’uomo più veloce del pianeta, i suoi 100 metri percorsi in 9’’63 (nuovo record olimpico) e i 200 metri in 19’’32 (con il podio tutto giamaicano completato da Yohan Blake e Warren Wade) rimarranno tra le immagini che hanno segnato Londra 2012. Solo Carl Lewis era riuscito a vincere due volte i 100 metri piani di un’Olimpiade. Il suo compagno di squadra, il povero Yohan Blake, non ha nemmeno il record nazionale, perché i record appartengono tutti a Bolt: a Londra ha vinto l’argento sia nei 100 che nei 200. Insieme, i due hanno vinto l’oro nella staffetta 4 x 100 (con Nesta Carter e Michael Frater a completare il team). CIO. Atleti Olimpici Indipendenti: è il nome con cui hanno partecipato, sotto la bandiera del Cio, quattro atleti rimasti senza un Paese da rappresentare. Tre delle Antille Olandesi, sciolte nel 2010, e uno del Sud Sudan, stato africano indipendente dalla scorsa estate. Il maratoneta Guor Marial ha alle spalle una storia di grande sofferenza: durante la guerra civile del suo Paese, venne rapito e spedito in un campo di lavoro, il suo villaggio fu incendiato e otto dei suoi fratelli vennero uccisi. Non volendo rappresentare il Sudan, «per non disonorare i due milioni di morti per la nostra libertà», e non potendo rappresentare gli Usa, nei quali è rifugiato dal 2001, ha scelto di gareggiare – senza sponsor, né allenatore – sotto la bandiera olimpica. Una storia che ha commosso il mondo. DREAM TEAM. Nel basket, gli Stati Uniti potevano solo vincere e con la loro squadra da sogno hanno portato a termine la missione. Un cammino che li ha visti vincere (e in più di un caso, stravincere) tutte le gare. L’oro ottenuto contro la Spagna allenata dal nostro Sergio Scariolo, in un tiratissimo 107-100 è stato uno dei match più in bilico per il team di Mike Krzyzewski (35-27, 24-31, 24-24, 24-18 i singoli quarti). Da ricordare il 156-73 con il quale la meravigliosa squadra di Kobe Bryant, LeBron James, Chris Paul, Kevin Durant e Carmelo Anthony ha umiliato la Nigeria: un punteggio da record (il precedente apparteneva sempre agli Usa, a Barcellona ’92, un 116-48 all’Angola). EPO. Il marciatore Alex Schwazer è stato escluso dal Coni per doping, dopo essere stato trovato positivo all’Epo in un controllo a sorpresa effettuato dalla Wada il 30 luglio. «Ho sbagliato: volevo essere più forte, la mia carriera è finita», le dichiarazioni dell’oro di Pechino 2008, che ha ammesso di essersi procurato il doping in Turchia. FIORETTO e SCIABOLA.  Ancora una volta, dalla scherma, e in particolare dal fioretto, arrivano le principali soddisfazioni italiane (sette medaglie). Di Francisca-Errigo-Vezzali è lo splendido podio tutto italiano del fioretto femminile individuale, che ci ha regalato grandissime emozioni nel primo giorno di gare. Sia Elisa Di Francisca che Valentina Vezzali sono di Jesi, città che continua a sfornare talenti nella scherma. Per Di Francisca la conquista dell’oro è giunta con un’affermazione in finale contro Arianna Errigo (12-11 al supplementare, con una rimonta da 8-11): le due, compagne di stanza nel villaggio, erano entrambe alla prima Olimpiade. Vezzali, portabandiera azzurra, dopo l’eliminazione in semifinale con Errigo, ha vinto il bronzo con un incredibile recupero ai danni di Nam Yun Hee (13-12 al supplementare).  La sudcoreana aveva già perso con Valentina Vezzali la finale per l’oro di Pechino 2008. L’Italia porta a casa anche un oro nel fioretto a squadre, dove al magico trio si è aggiunta Ilaria Salvatori. Il 45-31 con cui sono state battute le russe Deriglazova-Korobejnikova-Shanaeva rende l’idea dello strapotere azzurro. Ottima performance anche degli uomini: oro nel fioretto a squadre, con il quartetto composto da Andrea Baldini, Giorgio Avola, Andrea Cassarà e Valerio Aspromonte che ha battuto in finale quello giapponese per 45-39. Inoltre, Aldo Montano, Diego Occhiuzzi, Luigi Tarantino e Luigi Samele hanno conquistato il bronzo nella sciabola a squadre; Occhiuzzi si è preso pure l’argento nella sciabola individuale. GAFFE. Colombia-Corea del Nord, fase a gironi del calcio femminile. Sul tabellone, al posto della bandiera nordcoreana compare quella della Corea del Sud. L’errore manda su tutte le furie la compagine asiatica, anche perché la tensione tra le due Coree, è oggi ai massimi livelli.  Le scuse del primo ministro David Cameron e del Logoc (London Organising Committee of the Olympic Games) chiudono l’incidente diplomatico. A proposito di nomi e bandiere, è da segnalare l’annosa questione di Taiwan costretto dal 1980 a partecipare come Cina Taipei e impossibilitato a usare la propria bandiera. HEY JUDE. È stata la canzone che ha chiuso la spettacolare cerimonia d’apertura diretta dal regista Danny Boyle (Trainspotting, The millionaire). È stata cantata da Paul McCartney - al prezzo simbolico di una sterlina – subito dopo il momento clou della festa: l’accensione del braciere. L’ex Beatle è stato autore anche di velenose dichiarazioni contro Stuart Pearce, allenatore della squadra britannica di calcio, reo di aver lasciato a casa David Beckham: «è da idioti escluderlo. Doveva essere la prima scelta, dopo tutto quello che ha fatto per la candidatura», le velenose dichiarazioni rilasciate al giornale Shortlist. IMAGINE. Se Hey Jude ha rappresentato il gran finale della cerimonia d’apertura, la voce di John Lennon è stata forse la parte più toccante di quella di chiusura. Un concertone in cui la Gran Bretagna ha ripercorso la sua storia musicale. Brian May, The Who, Nick Mason, Annie Lennox, i Beady Eye, le Spice Girls e George Michael sono solo alcuni degli artisti che si sono esibiti per salutare i Giochi. JOSEFA IDEM. Otto Olimpiadi disputate, due con la Germania Ovest e sei con l’Italia, cinque medaglie vinte. La canoista azzurra è una delle figure migliori del nostro sport: il quinto posto ottenuto a Londra nel K1 500 metri a soli tre decimi dal bronzo è l’ennesimo capolavoro di un’atleta che a 48 anni aveva ancora voglia di mettersi in gioco. Fantastica. KIPROTICH. A sorpresa non va al quotato Kenia, ma all’Uganda la maratona, disciplina-simbolo delle Olimpiadi. In 2h08'01", Stephan Kiprotich ha conquistato l’oro, regalando all’ultimo atto la prima medaglia del suo Paese. Abel Kirui e Wilson Kipsang Kiprotich, entrambi kenioti, hanno vinto rispettivamente argento e bronzo. Il podio della maratona femminile invece ha visto l’etiope Tiki Gelana salire sul gradino più alto, la keniota Priscah Jeptoo sul secondo e la russa Tatyana Petrova Arkhipova sul terzo. LODNON 2102. A Londra nessuno, tranne gli sponsor ufficiali, poteva usare parole come “Olimpiadi”, “Londra 2012”, “Giochi”, ecc. Un negozio ha deciso provocatoriamente di creare una linea con alcuni lemmi tabù taroccati. Così, il marchio “Lodnon 2102 Oimplycs” con i cinque quadrati al posto dei cinque cerchi, ha rappresentato una alternativa ai prepotentissimi sponsor, che hanno adottato maniere militaresche non solo verso i piccoli esercizi commerciali, ma addirittura pure verso il pubblico pagante. Se avevate una maglietta con la scritta Pepsi, ad esempio, non potevate entrare in uno stadio: la Coca Cola non voleva. MEDAGLIE AZZURRE. L’Italia scala una posizione nel medagliere (ottavo posto) e vince un bronzo in più rispetto a Pechino (8 ori, 9 argenti, 11 bronzi contro gli 8, 9 e 10 di quattro anni fa). Per la prima volta da Atlanta ’96, miglioriamo rispetto all’edizione precedente. Doveroso fare i nomi delle 28 medaglie italiane. Partiamo con gli otto ori: detto dei tre conquistati nella scherma, abbiamo ottenuto il massimo piazzamento con il trio composto da Michele Frangilli, Marco Galiazzo e Mauro Nespoli nel tiro con l’arco (grande finale contro gli Usa, terminata 219 a 218); con Jessica Rossi nel tiro a volo (99 piattelli su 100!); con Carlo Molfetta nel taekwondo; con Niccolò Campriani nella carabina 50 metri (che porta a casa anche un argento nella carabina 10 metri) e con Daniele Molmenti nella canoa (slalom K1). Abbiamo già citato i due argenti giunti dalla scherma; altri due ne sono arrivati dal pugilato: quello di Clemente Russo nei pesi massimi (secondo anche a Pechino) e quello di Roberto Cammarelle nei supermassimi. Un argento, quest’ultimo, molto contestato. La giuria ha decretato una discutibile vittoria all’inglese Joshua e l’Italia ha presentato un inutile ricorso. Vincono l’argento anche Luca Tesconi nel tiro a segno, Romano Battisti e Andrea Sartori nel canottaggio (2 di coppia), Massimo Fabbrizi nel tiro a volo e il settebello nella pallanuoto, tornato ai fasti di Barcellona ’92: la finale però è andata meritatamente alla Croazia (6-8 il punteggio). I bronzi, infine: eroico quello di Marco Aurelio Fontana, che nella mountain bike taglia il traguardo senza il sellino, cadutogli a mezzo giro dalla fine. C’è rammarico invece per le ragazze della ginnastica ritmica: le “farfalle” arrivano terze nel concorso a squadre, ma davvero a un passo dall’argento, che invece va alla Bielorussia (decisivo un nastro caduto per terra). Completano i bronzi, Martina Grimaldi (nuoto), Rosalba Forciniti (judo), Matteo Morandi (anelli), Mauro Sarmiento (taekwondo), Vincenzo Mangiacapre (pugilato, pesi superleggeri), l’Italvolley, i già citati ragazzi della sciabola a squadre, Valentina Vezzali (scherma) e Fabrizio Donato (salto triplo). NUOTO. Oltre a Phelps (vedi più avanti), i personaggi del nuoto sono stati il francese Florent Manaudou, fratello minore di Laure, che ha conquistato a sorpresa l’oro nei 50 metri stile libero, il cinese Sun Yang, che ha vinto l’oro nei 400 metri (facendo il record olimpico) e nei 1500 metri (facendo il record del mondo). In campo femminile, grande prestazione di Melissa Franklin: la diciassettenne statunitense si becca quattro ori (100 metri dorso, 200 metri dorso, 4 x 200 stile libero, 4 x 100 misti) e un bronzo (4 x 100 stile libero). Solo Phelps ha fatto meglio di lei. OLIMPIADI SPECIALI. Cento bambini con disabilità fisiche e mentali hanno disputato le “Olimpiadi speciali” a Bophal (India), luogo in cui nel 1984 avvenne una fuoriuscita di isocianato di metile dallo stabilimento della Union  Carbide India Limited: un disastro che causò migliaia di morti e quasi mezzo milione di avvelenati. Questi giochi alternativi sono stati un segno di protesta contro l'industria chimica Dow Chemical (oggi proprietaria della Union Carbide), azienda tra i principali sponsor dei Giochi di Londra e che ha sempre respinto ogni richiesta di risarcimenti avanzata dalle vittime sui danni nel lungo periodo. PHELPS. Otto medaglie ad Atene (sei ori e due bronzi); otto medaglie a Pechino (tutti ori); sei medaglie a Londra (quattro ori e due argenti): totale, ventidue. Nessuno ha vinto tante medaglie quanto l'americano, che in questa edizione ha superato la sovietica Larysa Latynina: la ginnasta si “fermò” a diciotto (sei a Melbourne ‘56, sei a Roma ‘60, sei a Tokyo ‘64). Phelps, che ha annunciato il ritiro dopo Londra 2012, già quattro anni fa aveva ottenuto il record di ori in una singola edizione: otto. Fino a quel momento, il top era rappresentato da Mark Spitz (sette) a Monaco ‘72. Un gigante. QUARTI POSTI. Il medagliere azzurro sarebbe potuto essere più ricco con un pizzico di buona sorte. Lasciano l’amaro in bocca  il quarto posto di Vanessa Ferrari nel corpo libero (la bresciana ha ottenuto lo stesso punteggio della terza classificata, la russa Mustafina, ma è quarta per un più basso voto di esecuzione) e quelli di Tania Cagnotto nel trampolino 3 metri (il bronzo, aggiudicato dalla messicana Laura Sanchez, è saltato per 20 centesimi di punteggio) e - in coppia con Francesca Dallapé - nel Sincro 3 metri. Altri quarti posti sono quelli di Andrea Baldini nel fioretto individuale maschile, di Alberto Busnari nel cavallo con maniglie e di Simone Venier nel canottaggio. Da segnalare anche quello di Alessandra Perilli nella Trap femminile: nella gara che ha visto il trionfo dell’emiliana Jessica Rossi, la tiratrice sammarinese, all’esordio alle Olimpiadi, è arrivata a un piattello dal podio, sfiorando solamente quella che sarebbe stata la prima medaglia vinta sotto il Titano. C’è meno rammarico invece per il quarto posto di Daniele Greco nel salto triplo, visto che il gradino più basso del podio è andato comunque a un altro azzurro, Fabrizio Donato. RAMADAN. C’erano state polemiche prima del via da parte di atleti musulmani sulla concomitanza del ramadan e dei Giochi. Alla fine gli atleti sono stati dispensati dal digiuno, a patto che lo recuperassero al termine delle Olimpiadi. SQUALIFICATE. Otto atlete (una coppia cinese, una indonesiana e due sudcoreane) sono state squalificate nel badminton femminile per aver cercato di perdere apposta le loro gare al fine di affrontare impegni più abbordabili nel secondo turno. Le atlete hanno cominciato a tirare volutamente il volano sulla rete o fuori dal campo. Una condotta antisportiva costata carissima alle cinesi Yu Yang e Wang Xiaoli, Campioni del Mondo in carica. Che si sono scusate per l’accaduto, quando ormai era troppo tardi. A Nadzeya Ostapchuk è stato tolto l’oro nel getto del peso per tracce di metenolone nelle sue urine. Al posto della bielorussa, l’oro del getto del peso è andato alla neozelandese Valerie Adams. È stato il primo (e per ora unico) caso di medaglia tolta a Giochi finiti. TWITTER. È stata anche l'Olimpiade del popolare social network: molti atleti hanno postato pensieri sulle gare, ringraziamenti ai fan e foto del villaggio olimpico, facendoci vivere il dietro le quinte. Non a tutti però è andata bene, visto che ci sono stati casi di squalifiche legate alle esternazioni rese pubbliche nel sito. È il caso di Morganella: il calciatore svizzero, dopo una sconfitta contro la Corea del Sud ha scritto un tweet offensivo contro i sudcoreani e ha dovuto abbandonare i Giochi. Prima del difensore del Palermo, era toccata la stessa sorte alla triplista greca Voula Papachristou, rispedita a casa per un tweet razzista. La judoka brasiliana Rafaela Silva invece ha chiuso il suo profilo dopo una stizzita reazione verso alcuni utenti che l'avevano definita “scimmia”. Pure Filippo Magnini ha chiuso il suo profilo: «su twitter c’è molta gente cattiva». USA. Dopo la parentesi di Pechino, il medagliere dei Giochi vede di nuovo gli Usa al comando, con 46 ori, 29 argenti e 29 bronzi, per un totale di 104 medaglie. La Cina è seconda, mentre il terzo posto va al Regno Unito, che scalza la Russia, quarta, dal podio. Bahrain, Botswana, Gabon, Grenada, Guatemala, Portorico e Montenegro possono infine festeggiare la prima medaglia della loro storia. VOLLEY. Incredibile oro conquistato dai russi nella pallavolo maschile: sotto di due set e con il Brasile che ha fallito due match-point, la Russia ha dato il via alla rimonta all’oro e ribaltando la gara fino al 3-2 (19-25; 20-25; 29-27; 25-22; 15-9). Finale degno di un torneo spettacolare, che ha visto l’Italia eliminare gli Stati Uniti campioni in carica, ma poi arrendersi contro il Brasile in semifinale, prima di battere la Bulgaria nella sfida per il bronzo. Il Brasile in compenso porta a casa l’oro femminile battendo in finale per 3-1 gli Usa, proprio come quattro anni fa a Pechino (11-25; 25-17; 25-20; 25-17). Nel beach-volley, successi di Germania (uomini) e Stati Uniti (donne). Incredibile lo score delle beacher americane, Misty May e Kerri Walsh: quattro ori consecutivi e quattro edizioni senza nemmeno una sconfitta. WIMBLEDON. L’anno dei due Wimbledon. Così sarà ricordato dagli appassionati di tennis questo 2012. Nella finale maschile, bis dei Championships di un mese fa, lo scozzese Murray si è rifatto sullo svizzero Federer (che in semifinale aveva battuto l’argentino Del Potro nella partita più lunga della storia dei Giochi olimpici) vincendo 3-0 la finale maschile (6-2, 6-1, 6-4), mentre in campo femminile hanno dominato ancora una volta le sorelle Williams, che hanno conquistato in coppia il doppio (in finale contro le ceche Hlavackova e Hradecka, 6-4, 6-4); Serena ha vinto l’oro individuale battendo Sharapova in finale (6-0, 6-1). Il doppio maschile invece se lo sono aggiudicati Bob e Mike Bryan: i due fratelli statunitensi hanno vinto la finale contro i francesi Llodra e Tsonga (6-4, 7-6). Il doppio misto infine ha visto trionfare la Bielorussia. Victoria Azarenka e Max Mirnyi hanno battuto Laura Robson e Andy Murray (2-6, 6-3, 10-8). Con le Olimpiadi è venuta meno una delle prerogative di Wimbledon: gli atleti vestiti di bianco. I giocatori si sono comportati come nelle precedenti edizioni olimpiche indossando cioè le divise delle loro squadre.  I puristi hanno visto il tempio profanato anche nei colori dei teli (fucsia al posto dei classici viola-verde) e nella copertura del grande orologio Rolex all’esterno del campo centrale. XXX. La trentesima Olimpiade ha aperto un varco sul quale dovranno insistere anche i prossimi Paesi. Questi di Londra sono stati i Giochi più verdi ed ecologici della storia. Molti materiali riciclati (anche per la costruzione dello stadio Olimpico) e diverse aree riqualificate. Una lezione che Rio dovrà fare sua. YOUTUBE. Se vi siete persi qualcosa, su youtube troverete poco materiale per colmare la lacuna. Molti video infatti sono stati rimossi e altri sono composti solamente da fotografie. ZUFFE. Sono quelle che hanno accompagnato la spedizione azzurra del nuoto, che torna a casa con una sola medaglia, il bronzo di Martina Grimaldi nel fondo 10 km. Le polemiche di Filippo Magnini: «La velocità ha cannato la preparazione, da settembre bisogna cambiare tutto. Ci dicono di guardare gli americani, ma gli americani non sono solo gli atleti, ma anche ciò che gli sta intorno». L’allenatore Rossetto: «Filippo è stato sciocco e sprovveduto». Il compagno Orsi: «Per colpa di Magnini, il clima è irrespirabile: qui c'é chi si fa i cavoli propri e pensa all’audience». In seguito, pare che tutto si sia ricucito, ma resta la fallimentare spedizione del nuoto azzurro. Giovanni Del Bianco g.delbianco@guerinsportivo.it

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