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Polonia-Russia: dal nostro inviato negli scontri

Redazione

13.06.2012 ( Aggiornata il 13.06.2012 10:59 )

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Solo l'intervento massiccio della polizia ha permesso ai tifosi di arrivare allo stadio. Il 12 giugno si festeggia l'indipendenza russa ed i sostenitori dell'undici di Advocaat hanno deciso di recarsi al National Stadium con una marcia, bollata dall'opposizione conservatrice polacca come una provocazione. Alcuni hooligans locali con il volto mascherato hanno gettato petardi e fumogeni, obbligando gli agenti in assetto antisommossa a schierarsi in massa a protezione dei tifosi ospiti, resisi a loro volta protagonisti di cori ed insulti verso la folla che li stava osservando. Quando la tensione era particolarmente alta, le forze dell'ordine sono dovute passare alle maniere forti, sciogliendo poi il corteo quando la situazione rischiava di degenerare. Un primo bilancio parla di un centinaio di fermi ed una decina di feriti. Ancora una volta bastano 10 mila persone che si recano allo stadio a vedere una partita di calcio per mettere in allarme un'intera città, non una qualunque: la capitale. C'erano poliziotti dappertutto, persino davanti all'ingresso VIP ed a quello dello stampa, all'interno della zona transennata. I manganelli schierati in difesa dello sport, gli idranti pronti per “spegnere” la voglia di violenza. Perché? Quanto dovremo continuare a convivere con questa pazzia? È giusto impegnare la polizia a difesa degli stadi? È giusto spendere denari pubblici per salvaguardare i novanta minuti e il relativo corollario? Gli Europei non dovrebbero essere una festa? Perché il calcio deve continuare a pagare dazio alla follia? Domande poste troppe volte e rimaste sempre senza risposta ma non è forse venuto il momento di fare una riflessione, visto che gli ultras hanno deciso di uscire dai derby ed infangare il terreno della nazionale. Bisogna fare uno sforzo comune ed ognuno deve fare la sua parte. Si deve iniziare però dalla prevenzione. La rivalità che, a volte, sconfina nell'odio fra russi e polacchi è nota: non si poteva spostare la data della partita per non farla coincidere con la festa russa? Se proprio non si poteva, bisognava proprio autorizzare la marcia? Che senso ha vedere poliziotti insultati dai propri concittadini perché tentano di difendere dall'aggressione gli ospiti del proprio Paese? Ma anche la stampa deve fare un esame di coscienza e chiedersi se è giusto titolare “Sveglia, o Russia o morte” per presentare la partita. Perché non iniziare a comminare pene severe alle nazioni che non riescono a tenere a controllo i presunti tifosi? Perché non iniziare a comminare squalifiche pesanti come quelle che hanno tenuto a lungo fuori dalle competizioni i club inglesi? Perché non infliggere multe salate alle federazioni? Di fronte ad insulti razzisti si dovevano sospendere le partite, si è mai fatto veramente? Perché non impedire che vengano fischiati gli inni nazionali? Cosa ci vuole ad interromperne l'esecuzione? Sarebbe un segnale. Basta con la zona franca: i privilegi riservati al mondo del calcio in materia di gestione della sicurezza vanno rivisti. Perché un pugno dato allo stadio non ha conseguenze? È bello scrivere sulle magliette dei giocatori “Respect” ma bisogna evidentemente fare di più. E poi come è possibile portare in curva petardi (regolarmente piovuti in campo) ed uno striscione enorme “This is Russia” che rappresenta un guerriero armato in chiaro segno di sfida? I giornalisti devono passare attraverso il metal detector togliendosi la cintura, e sugli spalti entra di tutto! È venuto veramente il momento di farla finita di dover andare allo stadio scortati dalla polizia costretta a fine partita a schierarsi in massa di fronte alla curva occupata dai russi. Sono scene che non vorremmo mai più vedere. Vorremmo poter venire allo stadio senza doversi guardare attorno e poter tornare a casa tranquilli riflettendo su quello che è successo in campo e non fuori. Per fortuna che la partita è finita 1:1. È stato un incontro emozionante ma alla fine abbiamo tutti sperato che non non ci fossero vinti da sbeffeggiare e vittorie da festeggiare.

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