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L’impresa impossibile di Prandelli

Redazione

06.06.2012 ( Aggiornata il 06.06.2012 14:35 )

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L'Europeo sta finalmente per iniziare, ma bombardati come siamo (per nostra volontà, nessuno ci costringe) da speciali, retroscena, notizie e notiziole sulle singole squadre, rischiamo di perdere di vista il quadro generale della situazione, che poi dovrebbe essere l'unica cosa che conta. Ci permettiamo quindi di proporre ai lettori del Guerino quelli che secondo noi saranno i quattro temi forti delle 16 nazionali arrivate in Polonia e Ucraina. 1. Zero sorprese. Tolta l'Italia, mai come quest'anno sembra che le grandi nazionali siano simili a quelle viste nella grande manifestazione di due anni prima e cioé il Mondiale sudafricano. La favoritissima Spagna ha confermato 19 dei 23 elementi campioni planetari (sarebbero stati 21 senza il grave infortunio di Villa e quello più recente di Puyol), ma anche Germania e Olanda non sono distanti da questa statistica. Significa che erano giovani prima, non che sono vecchi adesso. E magari fra due anni in Brasile ci ritroveremo a fare la stessa considerazione sugli azzurri di Prandelli... 2. Per quanto riguarda la tattica, non considerando le recenti amichevoli ci basiamo su quanto visto nelle qualificazioni. La costante (Italia esclusa, forse, alla luce anche del possibile arretramento di De Rossi che potrebbe rivelarsi una grande mossa) sarà la difesa a quattro, con il resto della squadra che dipenderà dalla presenza o meno di buoni esterni offensivi: se sì, allora via di 4-3-3 (tipo il Portogallo nella versione con Cristiano Ronaldo e Nani 'largo') o di 4-2-3-1 (tipo l'Olanda, con Robben e Afellay), se no 4-4-2 da manuale del 'primo non prenderle' (l'Irlanda del Trap, con due muraglie e poi Keane a supporto di Doyle). 3. In un Europeo tutti conoscono tutti, molto più che in un Mondiale: sarà difficile vedere goleade, anche nei gironi meno equilibrati. Al di là delle stelle consacrate, non si intravvede alcuno pronto ad esplodere al loro livello. Limitando il discorso ai gol e quindi agli attaccanti, la Spagna ma anche l'Italia 2006 (e la Grecia 2004...) hanno dimostrato che per alzare i trofei non è necessario averne uno baciato dal dio del calcio in quei 20 giorni. 4. Nessun ragionamento sulle prospettive può prescindere dal calendario. Chi è nei gironi con due squadre che si staccano nettamente dalle altre due (il C, cioé il nostro e della Spagna, il D di Inghilterra e Francia) può anche fare calcoli visto che la sfida fra le big è prevista all'inizio e che gli incroci nei quarti sono prima-seconda e seconda-prima di due soli gironi. Gli incroci dei quarti possono essere infatti solo A-B e C-D. Il rischio è quello di creare due tabelloni paralleli fino alle semifinali e, trascurando la retorica del 'per vincere dobbiamo batterle tutte', Germania 2006 insegna che è meglio crescere gradualmente ed incontrare le corazzate solo alla fine. Per questo il cammino dell'Italia sarà difficile: la Spagna subito, poi in caso di qualificazione ai quarti una fra Francia e Inghilterra, nella molto ipotetica semifinale una fra Germania e Olanda e nella ancora più ipotetica finale magari di nuovo la Spagna. Impresa impossibile? Probabilmente sì, con una difesa sperimentale e un attacco basato su speranze in giovani ed ex giovani. Stefano Olivari, 7 giugno 2012

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