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La qualità pagata di Chelsea e Bayern

Redazione

26.04.2012 ( Aggiornata il 26.04.2012 10:43 )

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Chelsea-Bayern come finale di Champions ha fatto la gioia dei bookmaker, visti i volumi di gioco che erano confluiti su Barcellona e Real Madrid, ma il fatto che a Monaco il 19 maggio non vada in scena la finale annunciata è una gioia soprattutto per chi ha a cuore la credibilità del calcio. Anche se, a questo proposito, non mancherà la dietrologia del genere 'Eh già, con la finale a Monaco...'. Non è il caso di inventarsi considerazioni epocali su due semifinali che sono state decise dai rigori, quello sbagliato da Messi e quelli parati da Neuer, ma la caratteristica che accomuna le quattro squadre arrivate fino in fondo è evidente: nell'ultimo decennio sono state realtà costruite intorno a quattro progetti tecnici diversi (a prescindere dagli allenatori del momento) ma sempre pompando nel calciomercato cifre notevolissime senza per forza dover aspettare il presunto 'affare' e cioé lo scarto di lusso di un altro club europeo di prima fascia oppure giocatori buoni, talvolta buonissimi, che a questi club non interessano. Cioé lo schema obbligato dei grandi club italiani, con alterne fortune. Prendiamo in considerazione solo le finaliste, perché di Barcellona e Real già si parla oltre lo sfinimento. Dal 2003 (arrivo di Abramovich) il Chelsea fra i mille giocatori ha acquistato Veron, Mutu, Crespo, Makelele nel 2003-04, Robben (!), Cech, Drogba, Ricardo Carvalho nel 2004-05, Essien nel 2005-06, Ballack, Shevchenko ed Ashley Cole nel 2006-07, Malouda, Anelka e Ivanovic nel 2007-08, 'italianizzandosi' solo nelle ultime stagioni che comunque hanno portato Ramires, Fernando Torres e vari altri con cui da noi si farebbero (anzi si fanno, sia pur con basi di verità inesistenti) le aperture dei giornali. E il Bayern, nello stesso periodo? Ha puntato sulla crescita di un gruppo di giocatori medi e su alcuni campioni fatti in casa (Lahm, Muller e Schweinsteiger su tutti), andando però a prendere anche lui la qualità sul mercato. Il portierone Neuer è stato pagato l'anno scorso 22 milioni di euro allo Schalke 04, Ribery è arrivato dal Marsiglia nel 2007 per 25 milioni, Robben dal Real Madrid nel 2009 anche lui per 25 milioni. Il legnoso ma intelligente Mario Gomez nel 2009 è costato il versamento allo Stoccarda di 35 milioni... Ci fermiamo qui con i nomi, citati in base ad un giudizio tecnico, ma la costante è evidente. Negli ultimi anni in Italia in Italia non è arrivato un solo giocatore al massimo del suo valore di mercato: lo stesso Ibrahimovic, per quanto pagato 24 milioni, è arrivato con lo sconto. Per trovare squadre italiane capaci di contendere un campione 'conosciuto' ai top team europei bisogna risalire all'inizio del millennio. Poi tanti affari sono stati fatti lo stesso, uniti a vittorie in Champions League e ad una presenza costante ad alto livello. Assurdo fare del disfattismo, i soldi non ci sono più per mille motivi, però la sorpresa è quando un'italiana arriva fino in fondo e non quando ci vanno Chelsea e Bayern. Stefano Olivari, 26 aprile 2012

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