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Le riflessioni di Beretta

Redazione

17.04.2012 ( Aggiornata il 17.04.2012 10:16 )

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Come da regolamento la 33esima giornata della serie A non è slittata al prossimo fine settimana facendo a loro volta slittare quelle successive, ma è stata rinviata alla prima data utile e cioé mercoledì 25 aprile. Con un doppio miniposticipo (diciamo mini perché alle 18, per non incrociare la Champions League) che farà giocare in contemporanea Milan e Juventus. Ma se tutto era così chiaro, perchè i club di A hanno litigato in quelli che avrebbero dovuto essere i giorni della riflessione dopo la morte di Piermario Morosini? Primo: la maggioranza dei club (fra questi Juventus e Milan) domenica scorsa era favorevole allo slittamento ma Sky e Mediaset, le entità che piaccia o no tengono a galla il carrozzone, volevano difendere una partita di cartello come Juventus-Roma alle 20 e 45. Cosa che sarebbe stata impossibile il 25 aprile per via della convenzione con l'Uefa. Punto secondo: essendoci un regolamento preciso (articolo 32, comma 5), lo stesso applicato in occasione dell'annullamento della prima giornata, l'annuncio di Beretta avrebbe dovuto essere poco più di un atto amministrativo ed invece si è trasformato in oggetto di dibattito. Incredibile l'attaccamento alla poltrona di un personaggio che fa comodo a tutti, non essendo proprio un esempio di commissioner decisionista, ma incredibile anche il suo timore di pestare i piedi a qualcuno. Al punto che i suoi antipatizzanti ((Inter, Roma e Napoli, soprattutto) stanno cominciando a sospettare che stia tirando alla riconferma nonostante l'incarico in Unicredit. Punto terzo: è antipatico scriverlo, perché tutti ci tengono a passare per buoni, ma l'Inter non voleva affrontare l'Udinese subito dopo la tragedia di Morosini. L'emozione per la scomparsa di un ragazzo sfortunatissimo, al quale tutti a Udine volevano bene (poi muoiono anche i delinquenti, ma non è questo il caso), avrebbe dato una carica in più alla squadra di Guidolin (il più famoso caso del genere è quello del Torino dopo la morte di Gigi Meroni). Punto quarto: dopo avere pensato allo slittamento, il Milan è saltato sul carro del rinvio. Anche in questo caso per calcolo di convenienza, visto che ha sostituito una giornata in cui la Juve avrebbe giocato conoscendo il risultato dei rivali (di solito è un vantaggio) con una giornata di partite in contemporanea. La Juventus non l'ha presa benissimo, ma il regolamento è chiaro e solo la compattezza delle società avrebbe potuto ribaltarlo. Punto quinto: per quello che risulta, nè al telefono né in Lega si è parlato di riforma dei campionati a livello di format, cioè con meno squadre (18 invece di 20 significherebbero 4 giornate in meno), almeno tanto per dare l'impressione di avere una linea. Il che non significa che Morosini sia stato necessariamente un 'morto di calcio', visto che gli impegni del Livorno non sono quelli del Barcellona. Ma un dibattito sui ritmi del calcio di oggi non sarebbe lo stesso stato fuori luogo. Ecco, questi sono stati in serie A i giorni di riflessione sulla morte di un ragazzo di 25 anni. Tanto valeva continuare a giocare e devolvere gli incassi alla sorella malata. Twitter @StefanoOlivari

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