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De Rossi cambia squadra. Resta a Roma

Redazione

12.01.2012 ( Aggiornata il 12.01.2012 12:24 )

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Daniele De Rossi è molto diverso da Francesco Totti. Per carattere, temperamento e modo di vivere. Anche la romanità. Credo che da un lato sia tentato in maniera pazzesca dall’idea di misurarsi in un Paese nuovo, straniero, con un calcio diverso e più evoluto. È meno radicato di Totti. Per dirla con Baldini, è pure meno pigro. Sarebbe un modo per mettersi alle spalle cose di Roma che forse non gli vanno bene da anni. Dall’altro sono convinto che questo progetto romanista gli piaccia. Anche qui da impazzire. Quando Luis Enrique annegava ancora nella diffidenza e nel sarcasmo cittadino (Totti lo chiamava Zichichi), De Rossi gli aveva già concesso una fiducia aperta, sorprendente. Il nuovo allenatore gli piaceva, forse perché - al di là del gioco - aveva rotto i vecchi vincoli dello spogliatoio. Da quanti anni non si vedevano tante panchine di fila per Totti? Da quanto tempo un calciatore (Osvaldo) non veniva escluso per motivi comportamentali? Insomma, a De Rossi l’asturiano è piaciuto subito, al punto da accettare un cambiamento di ruolo. Bastava ascoltare le dichiarazioni. Per questo sono convinto che in questo momento pesi in De Rossi un addio che solo un anno fa avrebbe celebrato con molti meno rimpianti. Ha intuito, forse prima di tutti, che la Roma può tornare a vincere in campionato. E non in tempi biblici, specie se la proprietà americana (o bancaria) continuerà a investire a questo ritmo. Lui potrebbe essere l’architrave della Roma prossima ventura. Da capitan Futuro a capitan Presente, in una squadra passata definitivamente dagli amici di Totti ai piedi di De Rossi. Non mi stupirei se alla fine, davanti ai 45 milioni di euro del City e i benefit promessi anche al padre Alberto, De Rossi decidesse di rimanere proprio per questo cambiamento. Sarebbe sempre a Roma, ma in una nuova Roma. Visto che abbiamo citato a lungo Francesco Totti, scusate il ritardo. Ma sono stati giorni difficili da spiegare. Tra una tv e un giornale, tra una radio e la telefonata di un amico-lettore, è dal 4 gennaio che non mi fermo un istante, dormendo mai più di cinque ore per notte. Bene così, tutto movimento e vita. [poll id="7"]

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