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La scelta di Scalabrine

Redazione

03.12.2011 ( Aggiornata il 03.12.2011 06:59 )

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E' facile parlare di Danilo Gallinari e di tutti gli altri giocatori con un contratto NBA, da Deron Williams in giù, venuti a tenersi in forma in Europa nel tempo del lockout e adesso 'costretti' a tornare negli Stati Uniti perché il giorno di Natale (non per fare i fenomeni, visto che l'abbiamo scritto proprio sul Guerino, ma prevederlo era facile per qualunque medio appassionato: per una lega con visibilità mondiale non ripartire sarebbe stato un suicidio) la stagione ricomincerà. In molti casi si tratta di giocatori, come lo stesso Gallinari o il Rudy Fernandez visto al Forum di Assago (il suo primissimo canestro, stando in aria due secondi, è stata una delle cose più belle viste in Europa quest'anno), che non sembravano così vogliosi di America anche se la faccenda è stata un po' ingigantita da un certo marketing mediatico. In realtà chi, dopo avere fatto bene nella NBA, ha deciso di tornare in Europa l'ha fatto e basta: Danilovic e Navarro, per fare due esempi di due decenni diversi. Adesso che la NBA ricomincia il problema è però il solito, quello dell'americano che preferisce rischiare il taglio nel campionato più bello del mondo che fare il protagonista (ma neppure tanto) in Italia. Brian Scalabrine ha lasciato infatti la Benetton Treviso senza avere niente di firmato nella NBA, anche se non avrà problemi a trovare un posto da caratterista (pur essendo un buon giocatore, relativamente completo, viene visto come il classico bianco che viene invocato dal pubblico nel garbage time). Ha chiesto di rompere il contratto e gli è stato dato il via libera da parte di una società all'ultimo anno di un'era (quella Benetton, appunto) e che pensava, a dirla tutta, che fosse più facile ottenere un passaporto italiano per Scalabrine. Non si può comunque criticare un americano perché pensa che la NBA sia meglio, la critica è per chi pensa che nel 2011 con le immagini a disposizione di tutti sia ancora tempo di vendere perline colorate ai selvaggi. Cosa è rimasto di questi due mesi? Un po' di fiato già rotto e un po' di soldi per qualcuno, tutto qui. Twitter @StefanoOlivari

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