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Com’è lontana Azzurra

Redazione

27.07.2011 ( Aggiornata il 27.07.2011 14:11 )

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Non è la prima volta che l’Italia «manca» una Coppa America. Successe, per esempio, nel 1995, dopo la tragica fine di Gardini, che avrebbe voluto tornare a San Diego con il Moro. Ma poi arrivarono comunque prima Luna Rossa poi Mascalzone Latino. Da Azzurra in poi, queste avventure hanno unito l’Italia. Due Vuitton Cup vinte e due finali di Coppa America non sono una bacheca da poco. Prima però c’era una continuità tecnica, nel tipo di barca, che poteva aiutarci anche saltando un giro. Adesso, invece, non è così. La lunga guerra in tribunale fra Ellison e Bertarelli aveva già cambiato le cose. Le scelte fatte poi da Russel Coutts, responsabile di Oracle, il team americano che detiene il trofeo, sono andate oltre. Non è più come un tempo, quando armatori ricchissimi facevano la Coppa per se stessi. Oggi contano il business e la tv. E in tv piacciono le sfide estreme, rischiose. Per questo hanno scelto i «cat» . Avremo velisti con caschi e «armature» protettive su mezzi velocissimi, lunghi 20 metri e con «ali» rigide simili a quelle degli aerei. Sarà, appunto, una vela estrema, per un pubblico nuovo. Noi italiani sui multiscafi non abbiamo grandi tradizioni, come invece per esempio i francesi. Potevamo provarci? Sì, ma sarebbe stato difficile comunque puntare a vincere. Soprattutto avendo un problema di soldi. I costi, infatti, restano alti e non so quanti team davvero arriveranno alle regate del 2013. L’Italia è finita fuori gioco, ma anche la Coppa rischia di arenarsi: se gli sfidanti si ridurranno a due o tre, il futuro dell’America’s Cup diventerà incerto. Fonte: articolo di Cino Ricci sul Corriere della Sera

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