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Edy Reja: colpevole o innocente?

Redazione

03.05.2011 ( Aggiornata il 03.05.2011 16:55 )

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Il processo della settimana Imputato: Edy Reja, allenatore della Lazio Che sia chiaro: la Lazio, sotto la sua guida, è andata al di là delle più rosee aspettative. Lottare per un posto Champions, a tre giornate dalla fine, è un traguardo che neanche il più ottimista dei tifosi poteva auspicare. Ma è proprio questo il punto. Nonostante un campionato di altissimo livello, nel quale i biancocelesti hanno addirittura raggiunto la vetta, è solo uno il punto di vantaggio da Udinese e soprattutto Roma. La sensazione è che se la Lazio avesse gestito meglio le ultime due partite, a quest'ora, i giochi per il quarto posto sarebbero quasi chiusi. Se i giallorossi - in una delle loro stagioni più negative, con tanto di cambio di allenatore - si sono rifatti sotto, la colpa è anche dei ragazzi di Reja. La champions dunque, si complica, la Roma è a 1 punto, l'ex allenatore del Napoli è colpevole o innocente in questo rallentamento della sua squadra? E' solo colpa degli arbitri, come dicono dalle parti di Formello, oppure no? Colpevole, perché 1 - Battere la Juve avrebbe significato portare il vantaggio in classifica sui cugini a +4. Ed invece, Reja, non ha mai dato la sensazione di volerla vincere veramente quella partita. Tenendo per buona parte in panchina gente come Kozak o Rocchi che sarebbero potuti essere letali contro una squadra in palese mancanza di idee. 2 - La squadra, in trasferta, non ha mai dimostrato di avere grande personalità. Due settimane fa ha perso una sfida - quella contro l'Inter - che aveva saldamente in pugno, dopo la rete di Zarate e l'espulsione di J. Cesar. Al S. Paolo contro il Napoli è successa più o meno la stessa cosa. La colpa non può che non essere dell'allenatore. 3 - Fa veramente bene usare sempre l'alibi dell'arbitro per giustificare le sconfitte? Nell'ultimo mese in casa Lazio è stato così e anche Reja si è adeguato. Non può nuocere ad una squadra sentirsi sempre vittima, più che colpevole? 4 - Perdere quattro derby  consecutivi in una piazza come Roma ha portato a grandi malcontenti. Nonostante l'ottimo campionato, l'allenatore friulano è stato pesantemente contestato. Qualcuno ha chiesto anche la sua testa. Se i cugini sono là vicino, uno dei motivo è anche questo. 5 - La forza della Lazio è stata l'organizzazione difensiva, meno quella offensiva. Infatti, molti punti sono stati persi contro squadre arroccate dietro come Chievo, Lecce o Cesena. Avesse osato di più... Innocente, perché 1 - Vero: due sconfitte nelle ultime due settimane sono preoccupanti, ma i biancocelesti sono ancora al quarto posto. In un anno ha portato la Lazio dalla zona retrocessione all'Europa dei grandi. Questo potrebbe bastare ad assolvere Reja da ogni peccato. 2 - L'unica nota positiva delle ultime partite - Catania a parte - è stata il recupero di Zarate. Giocatore dalle doti tecniche eccezionali, ma vittima di preoccupanti istinti egoistici. Contro Juve e Inter è sembrato il laziale più in palla, quello - tanto per intenderci - del debutto in Italia. Merito di Reja, ovviamente: un maestro, un padre, una guida. 3 - Negli ultimi due mesi non ha mai potuto contare - colpa di squalifiche e infortuni - sull'undici titolare. Ma l'organizzazione tattica che ha dato alla squadra - impeccabile - ha sopperito a questo disagio. 4 - Avesse avuto una prima punta anche da 15 gol, avrebbe fatto sicuramente più punti. Floccari ha sofferto di problemi fisici, Kozak, per un po', ha tenuto a galla il gruppo, risolvendo partite negli ultimi minuti, poi è calato ed è ritornato in panchina. Chissà, con un Cavani al centro dell'attacco... 5 - Gli arbitri, piaccia o non piaccia, ci hanno messo il loro zampino. Basti pensare al derby d'andata quando Morganti non ha visto due rigori netti o la sfida di ieri contro la Juventus, altri due rigori non fischiati. Ma è una ruota che gira - dicono alcuni - la fortuna arbitrale, avesse girato più volte verso la Lazio, la classifica sarebbe potuta essere migliore. Dunque, Reja è colpevole o innocente? A voi la sentenza. Francesco Aquino

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