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Fratelli di Dahlia

La vicenda di Dahlia, con la sua crisi finanziaria e i suoi diritti tornati sul mercato e non ancora assegnati, la dice lunga sul rapporto fra calcio, informazione o presuna tale, politica e sopravvivenza di televisioni. E nel digitale terrestre a ridere è solo uno, il solito...

Redazione

13.03.2011 ( Aggiornata il 13.03.2011 16:18 )

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La vicenda di Dahlia, con la sua crisi finanziaria e i suoi diritti tornati sul mercato e non ancora assegnati, la dice lunga sul rapporto fra calcio, informazione o presuna tale, politica e sopravvivenza di televisioni dipendente da quella che in Italia è l'unica vera 'killer application', per esprimersi in cialtronese 2.0. In pratica Centro Europa 7 aveva offerto 100mila euro per i diritti riguardanti le poche residue partite di campionato delle 8 squadre Dahlia. Un'offerta che si accompagnava a quella di 4,2 milioni per tutta la prossima stagione di digitale terrestre. Cosa è successo? Che l'assemblea di Lega, dominata dai soliti e dai loro vassalli, nemmeno ha preso in considerazione i 100mila euro giudicando l'offerta non congrua. Già, perché pronto a prendere le ultime partite stagionali in digitale terrestre di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese c'era tutto il mondo televisivo che conta. Facendo due più due, è evidente che la favorita della vicenda è come al solito Mediaset (da ricordare che l'advisor della Lega è Infront Italia, che ha inglobato quella Media Partners da sempre vicina a Galliani). Al punto che la Lega, con una coda di paglia lunga un chilometro, ieri si è sentita in dovere di emettere un penoso comunicato dove si leggono frasi come questa: ''E' falso e gravemente tendenzioso affermare che durante l'assemblea sia stata 'messa ai voti la proposta di cedere i diritti delle otto squadre di Serie A a Mediaset, che non ha presentato alcuna offertà. Al contrario: una volta deliberata la non assegnazione dei diritti all'esito della trattativa privata, la Lega ha considerato l'opportunità di esercitare autonomamente i diritti rimasti in suo possesso, qualora vi fossero state le condizioni tecniche e normative per la distribuzione di un proprio canale su una delle pochissime piattaforme teoricamente disponibili, tanto in modalità digitale terrestre quanto IPTV». L'assemblea ha peraltro ritenuto di non poter procedere in questa direzione, riservandosi ogni più ampia determinazione in merito. La Lega Serie A ha pertanto condotto le diverse fasi della trattativa privata, nelle delicate e complesse condizioni di urgenza ed eccezionalità riconosciute dalla stessa Autorità Antitrust, nel pieno rispetto delle norme in vigore, con spirito fattivamente costruttivo a tutela dei consumatori, assicurando agli operatori la piena trasparenza delle procedure adottate e l'assenza di qualsivoglia discriminazione tra tutti quelli potenzialmente interessati, e si riserva ogni azione di danno avverso chiunque affermi circostanze diffamatorie''. Tutelati i consumatori? E poi sono meglio zero euro o centomila? Ancora una volta si è capito chi comanda in un'associazione che rischia di avere di nuovo come presidente Franco Carraro. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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