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La fortuna di Gallinari

Cosa rimarrà del mega-scambio che ha portato, fra i mille movimenti, Carmelo Anthony ai Knicks e Danilo Gallinari a Denver? Dopo le prime partite con il nuovo assetto le risposte sono già chiare. I Knicks hanno scelto di abbandonare il dantonismo duro e puro, in attesa probabilmente di liberarsi di D'Antoni stesso. Mentre il Gallo...

Redazione

03.03.2011 ( Aggiornata il 03.03.2011 12:29 )

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Cosa rimarrà del mega-scambio che ha portato, fra i mille movimenti, Carmelo Anthony ai Knicks e Danilo Gallinari a Denver? Dopo le prime partite con il nuovo assetto le risposte sono già chiare. I Knicks hanno scelto di abbandonare il dantonismo duro e puro, in attesa probabilmente di liberarsi di D'Antoni stesso: invece dei quattro fuori più lungo dinamico che da sempre (almeno da quando nel 1992 decise a Milano di non confermare Darryl Dawkins) è il credo dell'allenatore si è fatta una scelta da NBA classica. Ribaltone nel roster costruendo la squadra intorno a due stelle in attesa che arrivi la terza (avrebbe potuto essere Deron Williams, sarà con tutta probabilità un Chris Paul in fuga dagli Hornets), meno percentage basketball e più palloni in mano ai presunti trascinatori. Insomma, dopo due stagioni buttate al vento per liberarsi dei folli contratti regalati da Isiah Thomas e per aprire spazio salariale per LeBron e un sotto-LeBron ci si è ritrovati nella seguente situazione: LBJ ha scelto Miami e Thomas sembra stia tornando, perlomeno come consigliere dei Dolan (proprietari non solo della franchigia ma anche del Madison Square Garden in via di ristrutturazione). Tre anni in definitiva buttati, anche se l'età relativamente giovane delle stelle presenti e future autorizza qualche sogno per le prossime stagioni con un assetto da NBA classica (isolamenti per quelli bravi). Sì, ma Gallinari? Con i Nuggets ha iniziato bene, poi si è fermato causa raffreddore e ha assistito da spettatore alla cavalcata di ieri contro i Bobcats: quarta vittoria su cinque dopo lo scambio, un gioco d'attacco più equilibrato rispetto all'era Melo e nessun mammasantissima da onorare. Tanto talento in ogni ruolo, si pensi solo alla concorrenza Felton-Lawson o Afflalo-J.R. Smith fra le guardie, l'unico vero veterano (Kenyon Martin) ancora affamato, forward atletici che sarebbero piaciuti a D'Antoni. Insomma, Gallinari è capitato in una squadra che farà di sicuro i playoff come li faranno i Knicks ma li farà con minore pressione ambientale, senza essere giudicato solo per le sue percentuali di tiro: uscito dal ghetto dello specialista europeo adesso inizia il bello. Stefano Olivari stefano@indiscreto.it

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