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Buona Dominika

Buona Dominika

Redazione

31.10.2016 ( Aggiornata il 31.10.2016 10:03 )

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Tranne forse che in Slovacchia non esiste un solo appassionato generico di sport in grado di riconoscere per strada Dominika Cibulkova, forse la più inaspettata delle trionfatrici nella storia delle WTA Finals. Ma per fortuna ci ci sono anche gli appassionati di tennis, che rimane una delle poche attività umane in cui vince soltanto chi merita, con minimi condizionamenti di arbitri, pubblico, status, eccetera. Va però detto che a Singapore quel minimo di fortuna che anche nel tennis conta la Cibulkova lo ha avuto tutto. Intanto venendo graziata dalla formula (aveva perso le prime due partite del girone e si qualificata grazie alla Kerber che ha dato 2 set a zero alla Keys) e poi avendo in semifinale con la Kuznetsova e in finale contro la sua salvatrice Kerber diverse situazioni in cui gli dei del tennis hanno guardato verso di lei. Sulla formula poco da dire, anche l'anno scorso le WTA Finals erano state vinte da una giocatrice, la Radwanska, partita da 0-2 (con la Pennetta una delle due sconfitte) e salvatasi in extremis. I discorsi sulle partite invece sono per loro natura opinabili, perché la Cibulkova è stata eccezionale soprattutto in finale contro un'avversaria in grande forma e che fra l'altro l'aveva battuta nel girone: un ritmo pazzesco, colpi quasi senza coscienza e con un'altissima percentuale di vincenti che ha piegato la resistenza di una 'difenditrice' superlativa come la tedesca numero uno del mondo. La sorpresa è stata grande ma non grandissima, perché negli alti e bassi della sua carriera (spesso determinati da infortuni) la ventisettenne Cibulkova quando ha incontrato la Kerber l'ha spesso battuta o fatta soffrire (anche nella partita del girone, peraltro). Inutile fare la cronaca fuori tempo massimo di quella che per la slovacca è stata la partita della vita, meno inutile riflettere sul fatto che senza una Serena Williams tirata a lucido i valori nel tennis femminile possano cambiare da una settimana all'altra. La Cibulkova, nonostante il clamoroso 2016 che le ha fatto scalare decine di posizioni (il 2015 l'aveva chiuso da 38esima del ranking, adesso è quinta), non è in ogni caso di prima fascia e non lo è diventata dopo Singapore, ma è una di quelle che nelle due settimane giuste e con il tabellone giusto può arrivare in fondo in uno Slam, come ha già dimostrato agli Australian Open del 2014 (finale per con Li Na), al Roland Garros del 2009 (semifinale con la Safina). Donne con questo potenziale si trovano anche oltre la ventesima posizione nel ranking, ci viene in mente ad esempio la Bertens, mentre con gli uomini funziona diversamente. Twitter @StefanoOlivari

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