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Rio 2016, il risarcimento di Vanderlei

Rio 2016, il risarcimento di Vanderlei

Redazione

06.08.2016 ( Aggiornata il 06.08.2016 09:26 )

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Le cattive condizioni di salute di Pelé avevano riaperto i giochi, è proprio il caso di usare questo termine, per decidere l'ultimo tedoforo olimpico visto che molti sportivi brasiliani a questo punto erano mediaticamente sullo stesso piano: avremmo scommesso su Oscar, fenomeno e presente con il Brasile in 5 edizioni dei Giochi, ma alla fine di una bellissima cerimonia inaugurale Rio 2016 ha stupito: la torcia olimpica è infatti passata dalle mani di Guga Kuerten a quelle di Hortencia, per poi andare in quelle di Vanderlei de Lima. Che non ha vinto l'oro olimpico, come del resto non l'ha vinto quasi nessuno dei miti dello sport brasiliano (fanno eccezione Joaquim Cruz e Torben Grael), ma dell'oro più prestigioso, quello della maratona, è stato derubato ad Atene 2004 nell'edizione che tutti ricordiamo per il trionfo di Stefano Baldini. Vanderlei fu derubato non dagli avversari o da un complotto, ma dalla malasorte: al trentacinquesimo chilometro, dopo quasi 15 di fuga solitaria, era infatti in vantaggio di trenta secondi su Baldini e sull'americano Keflezighi (dalla coppia aveva appena perso contatto Paul Tergat) quando un pazzoide a bordo strada lo aggredì. Riuscì in qualche modo a liberarsi, ma il vantaggio e soprattutto il passo da gara se ne erano quasi tutti andati, così a 4 chilometri dalla fine i due inseguitori lo superarono. Quasi tutti avrebbero avuto un crollo nervoso, perché nella maratona le crisi hanno effetti esponenziali, ma l'allora trentacinquenne Vanderlei fu bravissimo a tenere duro e a conquistare un notevole ma amarissimo bronzo. Baldini avrebbe vinto lo stesso senza quell'episodio? Nessuno può saperlo, Vanderlei stava dando qualche segno di cedimento ma 30 secondi rimanevano tanti. Va anche detto che Baldini alla fine lo staccò di un minuto e 16 secondi, quindi stiamo parlando di quasi due minuti in totale. Comunque senza speranza il ricorso per avere la medaglia d'oro, perché il pazzoide (tale Cornelius Horan, un ex sacerdote irlandese con il discutibile hobby di fare da disturbatore in grandi eventi sportivi) non l'avevano certo mandato Baldini e Keflezighi. La visibilità planetaria da ultimo tedoforo è un risarcimento ma anche un messaggio: la sfortuna esiste, ma chi dentro di sé è forte può limitarne gli effetti. twitter @StefanoOlivari

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