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Tamberi, Galvan, Desalu e l'Italia dell'antidoping

Tamberi, Galvan, Desalu e l'Italia dell'antidoping

Redazione

29.06.2016 ( Aggiornata il 29.06.2016 09:33 )

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L'aspetto più negativo del caso Schwazer è che ha tolto visibilità mediatica ad un'atletica italiana che sta davvero rialzando la testa, con gli Assoluti di Rieti a sottolineare la vitalità di un movimento che non può ridursi all'agonismo degli ultraquarantenni e al tran tran parastatale dei gruppi militari. Fra i tanti risultati interessanti dello scorso settimana svettano il 2,38 di Gianmarco Tamberi, il record italiano di 45''12 di Matteo Galvan nei 400 metri e il 20''31 di Fausto Desalu nei 200, quinta prestazione europea del 2016 e terza italiana all time, dietro al leggendario 19''72 di Mennea e al 20''28 di un Andrew Howe ancora junior. Da mercoledì 6 luglio ad Amsterdam gli Europei saranno quindi una prova generale per Rio e per alcuni proprio l'ultima chance di ottenere il minimo (gli azzurri finora sicuri di andare ai Giochi sono 26) olimpico. Molte le speranze di medaglia o di andarci vicino: oltre agli atleti citati si va da Meucci nella mezza maratona a Jacobs nel lungo, dalla Grenot nei 400 alla Hooper nei 200, passando per Alessia Trost nell'alto, la Inglese nei 10.000 e forse Valeria Straneo nella mezza, sempre che partecipi, anche se purtroppo la stagione della splendida quarantenne è stata rovinata da un'infortunio che le ha bloccato mezza preparazione. Siamo anche molto curiosi di vedere all'opera Filippo Tortu nei 100, il diciottenne forse non otterrà il 10''16 necessario per qualificarsi nei 100 olimpici, ma un posto un staffetta ce l'ha già e a questo punto è la 4 per 100 che deve realizzare un tempo fra i primi 16 della stagione. Occhio anche alla discontinua ma talentuosa Rossit nell'alto, alle due staffette femminili e all'altra super-senior Bertone nella mezza, peccato per le assenze della Del Buono con un'altra stagione rovinata dagli infortuni, di Marta Zenoni, di Chesani e Fassinotti nell'alto, ma anche dei nostri valorosi ma un po' logori triplisti Donato, Greco e Schembri. Purtroppo al capolinea anche il trentunenne Howe, cosa che addolora pensando a ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Insomma, a livello europeo qualcosa di buono possiamo senz'altro dirlo e per Rio qualche punta c'è: la situazione è meno catastrofica di quanto apparisse un anno fa. Torna ad onore di un movimento che sta in piedi quasi soltanto per passione (ad un ragazzo forte e veloce conviene più fare il difensore in Lega Pro che lo staffettista olimpico) e che è fra i più onesti, o meno disonesti, del mondo nel gestire passaporti e naturalizzazioni.

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