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L'atletica di Tamberi e Schwazer

L'atletica di Tamberi e Schwazer

Redazione

30.04.2016 ( Aggiornata il 30.04.2016 16:30 )

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Siamo così disabituati ad ascoltare l'opinione di un campione dello sport, al di là di 'Ci aspettano dieci finali' e 'Il pubblico è la nostra forza', che un pensiero di senso comune come quello espresso da Gianmarco Tamberi sta creando un terremoto nell'atletica italiana. Sulla sua pagina Facebook, parlando delll'imminente rientro di Schwazer, il campione del mondo indoor di salto in alto non ha usato mezze misure, rispondendo al commento di un lettore: "Vergogna d'Italia, squalificatelo a vita. La nostra forza è essere puliti, noi non lo vogliamo in nazionale". Opinione fra l'altro condivisa da tanti atleti azzurri che non desiderano esporsi (lo ha fatto soltanto la Straneo, su Repubblica, ricordando la carta etica firmata 4 anni fa da FIDAL e atleti, che impedirebbe il ritorno in nazionale di uno squalificato per oltre due anni), oltre che da qualche collega marciatore di Schwazer che verrà inevitibilmente oscurato dall'ormai imminente ritorno alle gare dell'altoatesino con la Coppa del Mondo di Roma, nella 50 chilometri. Tamberi pone un problema importante e non la mette sul piano delle regole, visto che a squalifica scaduta chiunque torna ad avere gli stessi diritti di prima, ma esprime un sentimento diffuso fra chi ritiene che l'atletica debba essere, pena la sua morte, eticamente superiore agli altri sport: una cosa è permettere il rientro agonistico e l'attività professionistica, un'altra stendere tappeti rossi e suonare le trombe. Volendola mettere su un piano più alto, quella del figliol prodigo è una bella parabola, ma nel mondo reale non si capisce perché si è sempre comportato con correttezza debba essere messo su un piano inferiore rispetto a un dopato confesso (confesso peraltro dopo essere stato scoperto) e con una storia ancora piena di contraddizioni. La stessa FIDAL, del resto, fra l'altro con lo stesso presidente Giomi, in passato aveva distinto il ritorno agonistico dal ritorno in Nazionale, prima di cambiare idea di fronte alla penuria di medaglie nelle grandi manifestazioni. Nessuno insomma chiede la gogna, nemmeno Tamberi, ma di sicuro non si può far finta che Schwazer torni da quattro anni di vacanza e il concetto è stato ben ribadito da Jared Tallent, il campione olimpico in carica nella 50, in una intervista a Tuttosport. Scontata la squalifica Schwazer ha il diritto di tornare a praticare il suo sport, ma non quello di essere applaudito nel norme della 'bella storia'. Non è stata una bella storia.

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