Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Paolini nell'era di Sinner© Getty Images

Paolini nell'era di Sinner

Le tennista toscana dopo la vittoria nel 1000 di Dubai è diventata numero 14 WTA, suo best ranking. La sua sfortuna è soltanto mediatica... 

Stefano Olivari

26.02.2024 12:42

  • Link copiato

La sfortuna di Jasmine Paolini si chiama Jannik Sinner. Perché la ventottenne toscana dopo la vittoria nel 1000 di Dubai, terza italiana a vincere un 1000 dopo Pennetta e Giorgi, è diventata numero 14 WTA, ma il fatto che esista un tennista maschio numero 3 e presto probabilmente anche più su del mondo le toglierà luce. Anche se non c’è dubbio che lei come tanti colleghi e colleghe abbia beneficiato del cambio di prospettiva del tennis italiano dato da Matteo Berrettini (adesso trattato come un tronista, quando due anni e mezzo fa era in finale a Wimbledon) e poi ovviamente da Sinner.

Spiace fare una considerazione del genere, ma è la realtà: in un mondo ideale la vittoria della Schiavone al Roland Garros 2010 e la finale Pennetta-Vinci agli US Open 2015 avrebbero avuto lo stesso effetto mediatico del Sinner degli Australian Open 2024, ma nel mondo reale non funziona così e la gente a parità di risultato seguirà sempre di più il tennis maschile e non perché la selezione sia leggermente più dura (il 59% dei praticanti nel mondo è di sesso maschile) ma perché per mille fattori culturali il nazionalismo trova uno sfogo più naturale nello sport maschile.

Al di là di queste considerazioni, che magari fra qualche anno cambieranno, la carriera della Paolini dice molto del tennis femminile di oggi. Perché lei non è mai stata una predestinata ed è per la prima volta riuscita ad entrare nel tabellone di uno Slam a 23 anni, al Roland Garros del 2019. La differenza fra una carriera da brava professionista fra le prime 100 del mondo ed una che punta in alto l’ha fatta il miglioramento costante sotto la guida di Renzo Furlan, un altro arrivato in alto (numero 19 ATP nel 1996) senza grandi mezzi fisici, mentre coetanee o anche giovani più dotate uscivano di scena, non avendo la testa giusta per questo tipo di vita. Il risultato è che la Paolini ha cambiato quasi gioco, diventando più aggressiva e facendo male alle avversarie più sul cemento che sull’amata terra. Non è un caso che le poche vittorie contro top ten (Sabalenka, Rybakina, Garcia) siano arrivate sul veloce e che dopo gli ottavi a Melbourne (dove ha perso dalla Kalinskaja, battuta in finale a Dubai) le sue migliori prospettive siano nel Sunshine Double che a Roma o Parigi.

Significativo che lei abbia raggiunto il suo best ranking nella settimana in cui Camila Giorgi esce dalle prime 100. La Giorgi ha avuto 26 come best ranking e nessuno, lei meno di tutti, saprebbe spiegare perché non abbia fatto meglio pur avendo avuto una buona carriera. C’è chi riesce a dare il 100% e chi no, Jasmine Paolini fa parte della prima categoria di tennisti. E pazienza se nessuno parlerà di Paolinimania. Per adesso nella storia moderna del tennis solo 6 italiane (Schiavone, la sua compagna di doppio Errani, Pennetta, Vinci, Farina e Reggi) hanno fatto meglio di lei. Poi noi vogliamo l'uomo predestinato, il chosen one, ma lo facciamo sentendoci in colpa verso la Paolini.

stefano@indiscreto.net

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi