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Sinner numero 3 del mondo© Getty Images

Sinner numero 3 del mondo

Il vincitore degli Australian Open, fresco di trionfo anche a Rotterdam, ha raggiunto il suo best ranking. Impossibile da paragonare a quello di Pietrangeli...

Stefano Olivari

19.02.2024 13:37

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Jannik Sinner a 22 anni e mezzo è già il più forte tennista italiano di tutti i tempi e non perché lo dica il computer dell’ATP, che da poco ha ufficializzato la sua posizione di numero 3 nel ranking mondiale, dietro a Djokovic ed Alcaraz. Il modo in cui si è preso il torneo di Rotterdam, un rispettabile 500 che però rispetto agli Australian Open vinti a gennaio è poca cosa, dice tutto sulla testa di Sinner e sullle sue prospettive future, che sono quelle di non fermarsi e di rispettare la sua programmazione non sempre compresa, che ha la stella polare della limitazione degli infortuni e delle distrazioni. Poi magari Sinner avrebbe vinto a Rotterdam anche andando a Sanremo, ma il suo messaggio è stato comunque chiaro dietro alla gentilezza e alla cortesia: qui si fa sul serio.

Inseguire il numero 1 non significa raggiungerlo ma vuol dire comunque crederci, in un’epoca storica in cui la concorrenza non sarà quella degli anni della dittatura a tre teste Federer-Nadal-Djokovic, che ha tolto gloria ad autentici fenomeni: cosa avrebbero potuto vincere nei prossimi anni ipotetici Murray o Wawrinka giovani? E citiamo due che nonostante i tre tenori hanno conquistato tre Slam a testa… Djokovic è ancora Djokovic, sulla carta rimane più forte ma a 37 anni il declino è dietro l’angolo, Alcaraz è il più completo di tutti ma sta mostrando qualche crepa psicologica ed in ogni caso ci giocava alla pari anche il vecchio Sinner, Medvedev ha le armi per fare male ma nei suoi confronti Sinner non ha più l’atteggiamento passivo di un tempo.

Ma oggi, più che l’ennesima vittoria contro De Minaur, che potrebbe per il futuro configurare una situazione tipo Borg-Gerulaitis, la notizia è il terzo posto nel ranking ATP. Da non confrontare con il numero 3 di Pietrangeli, frutto di valutazioni giornalistiche (la classifica più prtestigiosa era quella stilata da Lance Tingay, del Daily Telegraph) ed in ogni caso numero 3 dei tennisti non professionisti, mentre esisteva un’altra classifica per i professionisti, che fino al 1968 non avrebbero partecipato ai tornei dello Slam. Senza offesa perché parliamo in ogni caso di campioni, ma oggi senza i primi 8 il numero 1 del mondo sarebbe proprio De Minaur.

Più corretto il paragone con il numero 4 di Adriano Panatta, mantenuto per poche settimane nel suo magico 1976, o con quello di Francesca Schiavone nel 2011, per non dire del 5 di Sara Errani, del 6 di Matteo Berrettini e Flavia Pennetta, del 7 di Corrado Barazzutti e Roberta Vinci, e del 9 di Fabio Fognini. Tutti casi in cui questi enormi risultati hanno rappresentato il picco della carriera, mentre nel caso di Sinner la sensazione è che il meglio debba ancora arrivare e che questo meglio avrà una durata più lunga. 

stefano@indiscreto.net

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