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Il rugby mondiale dell'Italia© Getty Images

Il rugby mondiale dell'Italia

Comincia in Francia la decima edizione della Coppa del Mondo, con gli azzurri nel girone impossibile di Francia e Nuova Zelanda, fra le grandi favorite per la vittoria finale. Il sogno dei quarti è rimandato al 2027...

Redazione

08.09.2023 ( Aggiornata il 08.09.2023 15:11 )

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Comincia il Mondiale di rugby e per l’Italia è già finito, visto che gli azzurri allenati ancora per poco da Kieran Crowley sono nel girone A della Francia padrona di casa e della Nuova Zelanda, insieme ad Uruguay e Namibia che comunque sono squadre da rispettare. Ai quarti di finale passano infatti le prime due di ognuno dei 4 gironi ed è impensabile che l’Italia riesca compiere un miracolo che nel rugby non è possibile fra squadre di categorie diverse. La Nazionale esordisce domani, sabato 9 settembre, alle 13 contro la Namibia (diretta televisiva su Rai 2 e Sky), poi il 20 avrà l’Uruguay, il 29 la Nuova Zelanda ed il 6 ottobre chiuderà con la Francia.

Va detto che nella relativamente fresca storia della Coppa del Mondo, nata nel 1987, l’Italia alla fase finale si è sempre qualificata ma che mai è andata oltre la prima fase: in altre parole, nonostante i tanti cambiamenti nel rugby e nello sport degli ultimi 36 anni, il livello del rugby italiano di vertice è rimasto sempre più o meno lo stesso a prescindere dai commissari tecnici e dalla ricchezza della federazione, diventata notevole da quando si è entrati nel 2000 nell’era del 6 Nazioni. Comunque vada fra un mese si cambia: fuori Crowley, che stava facendo abbastanza bene, e dentro l'argentino Gonzalo Quesada, ennesimo santone straniero chiamato alla missione impossibile di inventarsi una base da cui selezionare rugbisti di alto livello. 

Il tema tecnico è sempre il solito: le nazionali dell’emisfero Sud (Nuova Zelanda 1987, 2011 e 2015, Australia 1991 e 1999, Sudafrica 1995, 2007 e 2019) vincono quasi sempre, soltanto l’Inghilterra 2003 è riuscita a interrompere questo dominio che ha ragioni di vario tipo, fisiche, tecniche e organizzative, ma non tali da generare una statistica di questo tipo. Il pronostico degli addetti ai lavori dice sì Nuova Zelanda e Sudafrica, come quasi sempre, ma anche Francia capitanata da Antoine Dupont, senza dimenticare l’Irlanda del vecchio Johnny Sexton, numero 1 nel ranking. Fra le tradizionali corazzate Inghilterra e Australia hanno tanti problemi, fra le sorprese troppo annunciate la Scozia, che però è nel girone di Sudafrica e Irlanda.

Prima di fare vittimismo sul sorteggio è il caso di osservare che sarebbe stato proibitivo anche questo girone, mentre pur potendo sognare la giovane Italia di Ange Capuozzo non passerebbe nemmeno in quelli di Australia e Galles (e delle interessanti Figi) o di Inghilterra e Argentina. Comunque una bella cosa che le 20 squadre presenti in Francia siano tutte entro le prime 22 del ranking mondiale. Dove gli azzurri non sono messi male (tredicesimi, da ricordare che è dietro anche alla Georgia), anche se le differenze fra una posizione e l’altra sono così grandi che non si possono colmare con un colpo di fortuna o con la retorica del grande cuore e degli italiani che spalle al muro danno il massimo. È probabile che questa Italia dia il massimo, ma nel rugby non basta mai.

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