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L'età di Alcaraz© Getty Images

L'età di Alcaraz

Il ventenne spagnolo ha vinto il suo primo Wimbledon dopo una spettacolare finale con Djokovic. E visti gli avversari della sua generazione o poco più vecchi il futuro sembra anche meglio del presente...

Stefano Olivari

17.07.2023 10:17

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La finale di Wimbledon 2023 sarà ricordata nella storia del tennis come quella del passaggio di consegne fra Novak Djokovic, ma potremmo anche dire l’era Federer-Nadal-Djokovic, e Carlos Alcaraz. Non perché Djokovic sia finito, anzi, a 36 anni dopo avere vinto in questa stagione Australian Open e Roland Garros si presenterà fra i favoriti anche agli U.S. Open. E a dirla tutta proprio questa drammatica finale dimostra che il serbo vincitore di 23 tornei dello Slam non è finito, visto che alcune situazioni di solito a lui favorevoli, soprattutto sul rovescio, se le è giocate male e che la palla break nel quinto set (gli avrebbe dato un vantaggio di 2-0) il Djokovic killer abituale non l’avrebbe fallita.

Ma questa finale oltre che per il grande livello in gran parte delle 4 ore e 42 minuti, sarà ricordata anche per i meriti di Carlos Alcaraz, che a 20 anni è diventato il numero 1 anche sull’erba, dopo avere conquistato l’anno scorso gli U.S. Open e dopo la mezza delusione del Roland Garros, battuto in semifinale proprio da Djokovic. Non a caso l’aspetto in cui a Wimbledon lo spagnolo è stato davvero molto superiore è stato quello dei punti vincenti, ne ha fatti più del doppio rispetto a Djokovic (66 a 32) senza contare l’impressione visiva, cioè di uno che tranne che nel primo set ha sempre avuto in mano il pallino, resistendo bene al piano partita di Djokovic che poi era quello, peraltro giusto, di martellarlo sulla diagonale del rovescio. 

A questo punto, considerando la discontinuità, sia pure ad alto livello, dei vari Tsitsipas e Zverev, i limiti, sempre ad alto livello, di Ruud, Rublev e anche Sinner, i rivali di Alcaraz oltre ad un Djokovic che non molla non vanno al di là del coetaneo Rune, tecnicamente più limitato, e di Medvedev che ha 7 anni più di lui. Bilancio con il danese? 2-1 per Alcaraz. Bilancio con il russo? 3-0 per Alcaraz. Nomi non buttati lì a caso, perché proprio in questo Wimbledon li ha massacrati nei quarti e in semifinale. E adesso a 20 e 2 mesi il secondo Slam in carriera, dopo gli U.S. Open 2022 a 19 anni e 4 mesi: una precocità da predestinato, perché hanno vinto il loro primo Slam prima dei 21 anni (mettiamo l'età limite della Next Gen), fra gli altri, Borg, McEnroe, Wilander, Edberg, Becker, Sampras, Nadal e, sì, anche Djokovic. 

Chi può fermare Alcaraz, quindi? Nel presente soprattutto Djokovic, che dà addio per la seconda volta (non meno amara rispetto al 2021, anche se due anni fa era arrivato ad una partita dall'impresa) al sogno del Grande Slam e che realisticamente ci metterà una croce sopra selezionando i colpi per il suo finale di carriera. In futuro soltanto Alcaraz, se non saprà gestire nell’extratennis il sempre difficile passaggio da ragazzo prodigio a uomo: il connazionale Nadal ci è riuscito rimanendo nella sostanza un ragazzo, fino a poco tempo fa, ma ci sono varie teorie e tutte devono fare i conti con gli incontri e le inclinazioni dei singoli. Ma oggi come oggi questa dell'Alcaraz al quale si spegnerà il fuoco sembra più una speranza di chi gli sta dietro, Sinner (uno che con lui gioca bene, va ricordato) compreso.

stefano@indiscreto.net

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