Una donna speciale per un traguardo speciale.
Ondina Valla, trionfando negli 80 metri a ostacoli di Berlino 1936, è diventata la prima italiana vincitrice della medaglia d'oro alle Olimpiadi. Una ragazza bolognese capace di entrare nella storia dello sport azzurro.
Classe 1916,
Trebisonda Valla viene così chiamata dal padre in onore dell'omonima città turca, da egli ritenuta tra le più belle del mondo. Si appassiona all'atletica ancora adolescente, rivaleggiando in bravura con
Claudia Testoni, come lei bolognese e più grande di pochi mesi. Atleta eclettica, emerge particolarmente negli
80 metri a ostacoli, dove già a 14 anni si laurea campionessa italiana assoluta. Insomma: una predestinata. Oltretutto, questa ragazza viene identificata dal governo di Mussolini come modello della sana e robusta gioventù italiana.
Ai Giochi Olimpici di
Berlino 1936 passa il primo turno arrivando seconda con 11'' 9, poi batte il primato mondiale in semifinale (11'' 6, tuttavia non omologato per vento) e si presenta ai nastri di partenza della finalissima insieme alla Testoni. Una gara combattuta risolta solo al
fotofinish: Ondina Valla trionfa in 11'' 7 mettendo in fila la tedesca Steuer, la canadese Taylor e proprio Claudia Testoni.
Un'affermazione storica, la prima in assoluto in campo femminile per il nostro Paese, che le regala imperitura popolarità.
"Avevo l'agonismo nel sangue, facevo tutto: 100 metri, 80 ostacoli, alto, lungo e staffetta, cinque gare per dare punti all'Italia. Una fatica enorme e non si guadagnava una lira".
Ondina si ritira dall'agonismo nel 1940 con ben
17 titoli italiani (tra cui uno nel pentathlon, a testimonianza delle sue eccellenti capacità atletiche) in bacheca, diventa allenatrice e poi lascia l'atletica per dedicarsi alla vita familiare. L'oro di Berlino le viene poi rubato nel 1978: Primo Nebiolo, presidente FIDAL, le dona una riproduzione della medaglia qualche anno dopo. Scompare a L'Aquila all'età di 90 anni nel 2006.
Fabio Ornano
@fabio_ornano