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Supercoppa 2015, l'Italia riparte senza mezza Nazionale

Supercoppa 2015, l'Italia riparte senza mezza Nazionale

Redazione

25.09.2015 ( Aggiornata il 25.09.2015 17:34 )

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Si riparte dalla Supercoppa Italiana, con la formula della semifinale e finale in due giorni a Torino. Si riparte dopo gli Europei che hanno sancito che l’Italia (come squadra) ha fatto qualche passo in avanti e ha dei buoni giocatori, adatti a un campionato europeo di primo piano, ma anche che nessuno di questi (o quasi) gioca in Italia. Della pattuglia nostrana, il solo Gentile ha raccolto onori (e neanche sempre) sul parquet tedesco (prima) e su quello di Lille (dopo), mentre Polonara, Cinciarini e Cusin hanno recitato da comprimari, con Della Valle non pervenuto. Non ha sfigurato Aradori, che però ha avuto un impiego poco costante. Ridimensionato, e parecchio, il livello del nostro basket, la finale di Torino dovrà dire in che direzione si intende andare quest’anno: se continuare la deriva tecnica della passata stagione con grandi atleti in campo, impegnati a difendere fisicamente ma incapaci di andare oltre il pick and roll in attacco, oppure se si assisterà un miglioramento e una evoluzione del livello di gioco. Dopo un gran parlare dell’importanza di avere un vivaio forte e di chiudere agli stranieri a vantaggio dei giocatori italiani, lo scorso anno ha trionfato la Dinamo dei cinque mori, che ha avuto la meglio in finale su Reggio Emilia, impostata su un gruppo italiano, ancor più rafforzato in estate. Scuole di pensiero diverse, progetti diversi, stesso comun denominatore: la provincia, dove sembra attecchire una idea di basket a lungo termine, che a Milano non viene presa neanche in considerazione e dove dopo aver rivoluzionato squadra, guida tecnica e parte della dirigenza, si affilano le armi per iniziare da subito a vincere, unico obiettivo chiesto a coach Repesa. La prima semifinale sarà la rivincita finale scudetto della passata stagione con Sassari contrapposta a Reggio Emilia. La Dinamo come di abitudine ha rivoluzionato il proprio roster con gli innesti di Haynes (Siena e Milano nel suo passato), Eyenga (da Varese), Petway, Varnado e il duo ex Virtus Roma D’Ercole e Stipcevic, chiamato a portare leadership in cabina di regia e Marconato (sì, proprio lui) chiamato a portare esperienza. Confermati dalla scorsa stagione David Logan, Brian Sacchetti, Giacomo Devecchi e Matteo Formenti: anche quest’anno gli italiani faranno da gregari. Autarchia la parola d’ordine di Reggio Emilia che non ha americani a libro paga e ha sostituito Cinciarini con Gentile (Stefano) e innestato Aradori tra gli esterni. Per il resto confermatissimi Achille Polonara e Amedeo Della Valle, con il duo lituano Darius Lavrinovic e Rimantas Kaukenas. La seconda semifinale vedrà Milano giocare contro Venezia, accoppiamento inedito per questa competizione. Milano ha il compito di vincere e convincere, dopo il tre a zero subito lo scorso anno da Sassari, capace del triplette italiano. Banchi ha lasciato il posto in panchina a Repesa e sono partiti (tra gli altri) Samuels, Hackett e Melli. La leadership (per mancanza di prove) poggia sulle spalle di Gentile, che molti vedono come troppo coccolato e che, accanto a Cerella, avrà come nuovi compagni di squadra Gani Lawal (cavallo di ritorno) e Cinciarini che ha salutato in fretta e furia Reggio Emilia dopo la finale persa. Arrivati in estate anche Daniele Magro, preferito a Cervi, McLean, Lafayette, Macvan, Jenkins, Hummel, Simon, Barac. Sarò riuscito Repesa ad amalgamare il tutto? Venezia si affida di nuovo al veterano Recalcati, che lo scorso anno sembrava voler chiudere e appendere il fischietto al chiodo. Il senatore degli allenatori (70 primavere per lui) ha confermato l’asse portante della squadra Goss-Peric e accanto a loro Ress, Viggiano, Ortner e Jackson, liquidando invece Aradori, chiamato a dar una mano per i playoff ma senza lasciare un buon ricordo. A rinforzare il gruppo Mike Green (visto a Cantù) e Josh Owens, proveniente da Trento, non un pivot di ruolo, ma che con i suoi 206 centimetri testimonia la volontà di Recalcati di spostare il gioco verso l’area pitturata. Si comincia sabato alle 18.15 al Palaruffini di Torino, capace di soli 4.380 posti, sperando che non siano troppi.

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