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Ciclismo, il secondo Tour de France di Chris Froome

Ciclismo, il secondo Tour de France di Chris Froome

Redazione

27.07.2015 ( Aggiornata il 27.07.2015 11:20 )

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Giunge al termine la centoduesima edizione della Grande Boucle dopo ventuno tappe che hanno attraversato anche Olanda, paese da cui è partito il Tour de France, e Belgio. Un Tour caratterizzato da molte cadute che hanno compromesso la posizione finale in classifica generale di alcuni corridori o anche solo l'orgoglio di arrivare a Parigi. Tra questi ricordiamo Tony Martin e Fabian Cancellara che, in maglia gialla sono stati costretti al ritiro. Senza dimenticare Peraud e Pinot che avevano chiuso sul podio nel Tour del 2014 e su cui i francesi avevano riposto molte speranze. Hanno concluso la corsa 160 corridori dei 219 partenti e ciò simboleggia la difficoltà di una corsa di tre settimane caratterizzata da Pirenei ed Alpi. Giunge al termine un romanzo scritto dalle gambe e dal cuore dei corridori che ci ha regalato splendidi capitoli come la vittoria di Chris Froome a La Pierre Saint Martin sui Pirenei dove ha staccato tutti e ha consolidato il suo primato. Ci sono stati capitoli che hanno avuto un sapore romantico come se fossero stati scritti da chi già conosceva lo sviluppo della corsa come la vittoria di Rafal Majka, corridore della Tinkoff-Saxo, squadra di cui faceva parte anche Ivan Basso costretto al ritiro il giorno precedente per il rilevamento di un tumore ad un testicolo a cui Majka ha dedicato la vittoria o come la vittoria di  Cummings della MTN Qhubeka, squara sudafricana, nel giorno del Mandela Day. Un altro splendido capitolo è stato rappresentato dalla vittoria  di Vincenzo Nibali , vincitore uscente del Tour sulle Alpi, a La Toussuire, dopo 50 chilometri di fuga solitaria. Il morso dello squalo siciliano che nonostante le difficoltà patite durante la corsa ha conquistato una delle tappe più pregiate del Tour, chiudendo al quarto posto nella classifica generale. La tappa più pregiata invece è stata conquistata dal francese Pinot che è arrivato in solitaria sull'Alpe d'Huez, teatro delle più grandi imprese della storia del ciclismo. Bisogna purtroppo annotare come alcune pagine di questo splendido romanzo siano state strappate da alcuni lettori non degni. Alcuni "tifosi" hanno insultato, sputato e riversato urina sulla maglia gialla Froome accusandolo di doping,  gesti da condannare che non rendono onore al pubblico del ciclismo. Un romanzo che  ha avuto nel protagonista il kenyano bianco del Team Sky che si è rivelato inattaccato più che inattaccabile come dichiarato da molti. La Movistar con Valverde e Quintana, che hanno avuto il ruolo di antagonisti, hanno curato i piazzamenti nel podio e la classifica delle squadre più che tentare l'attacco alla maglia gialla. Nelle uniche tappe in cui Quintana ha provato ad attaccare ha staccato Froome, segno che forse, volendo ed avendo più coraggio, era possibile cercare di vincere il Tour. Froome ha conquistato il suo secondo Tour de France con merito (l'altro nel 2013), avendo una grande squadra al suo fianco che lo ha accompagnato e supportato nei suoi momenti di difficoltà, dimostrando di essere superiore fisicamente a tutti e dimostrando di non perdere mai la testa di fronte alle accuse ricevute. Un romanzo che termina mettendo in mostra molti giovani di grandi aspettative  come Barguille e Bardet che in un futuro prossimo saranno protagonisti di nuovi romanzi. Alessandro Cantoni

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