La Mens Sana Basket 1871 &egrave; stata cancellata dal campionato di serie A, gi&agrave; sufficientemente falsato, e con questo atto (dovuto) della federazione si chiude una storia controversa e in certi anni gloriosa, con cui peraltro la pallacanestro italiana non ha ancora davvero fatto i conti. Una storia che gi&agrave; si era interrotta con il fallimento del 2014, dopo la finale scudetto persa contro la Milano allenata da Luca Banchi, che la stagione prima il titolo (poi revocato) lo aveva vinto sulla panchina senese. Interrotta quasi in concomitanza con la fine dell&rsquo;era di Ferdinando Minucci, ma subito ripresa in serie B con la promozione immediata in A2 dopo lo spareggio con Agropoli.  Da allora la Mens Sana &egrave; stata in quello che molti appassionati considerano il vero campionato italiano, visto che i due stranieri e la sua relativa stabilit&agrave; lo fanno assomigliare alla emozionante A1 degli anni Ottanta e primi Novanta. Ma la sua vita non &egrave; mai stata tranquilla, perch&eacute; nel 2016 ha attraversato un&rsquo;altra crisi finanziaria, risolta anche con una sorta di azionariato popolare. Nel 2017 l&rsquo;entrata in scena di Massimo Macchi, con Guido Bagatta presidente onorario: navigazione a vista fino alla scorsa estate e stagione che gi&agrave; viene iniziata a meno 3 punti, per un ritardo nel pagamento delle tasse federali. La squadra guidata da Paolo Moretti fa quello che pu&ograve;, ma a febbraio di fatto arriva al capolinea fra stipendi non pagati e altre situazioni che fanno fuggire i giocatori. Si arriva cos&igrave; alla mancata trasferta a Legnano, con conseguente 0-20, e al punto di non ritorno della partita con Biella giocata giocata dai ragazzi. Poi l&rsquo;esclusione e la cancellazione di tutti i risultati ottenuti in questo campionato, in modo almeno da neutralizzare questa presenza fantasma.  Il futuro realistico prevede la ripartenza dalla Prima Divisione, ma la situazione finanziaria della pallacanestro &egrave; tale che un diritto per un campionato superiore viene quasi tirato dietro e quindi ha buon gioco chi parla di fantomatiche cordate o degli inevitabili &lsquo;investitori americani&rsquo;. Il passato comunque rimane, anche se azzoppato dalla revoca degli scudetti 2011-2012 (il sesto con Pianigiani allenatore) e 2012-13 (l&rsquo;unico con Banchi), di due Coppe Italia e di una Supercoppa, per frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Anche se ovviamente chi contro quella super Siena ha perso non &egrave; che si senta granch&eacute; indennizzato.  Rimane il discorso generale. La pallacanestro non genera utili finanziari ad alcun livello, nemmeno in piazze appassionate come Siena: in questo senso la scomparsa dall&rsquo;orizzonte del Montepaschi (inteso come sponsor) vale quella della pizzeria dell&rsquo;angolo per una squadra di Promozione. L&rsquo;unica difesa per la credibilit&agrave; dei campionati &egrave; quella di porre barriere all&rsquo;entrata di un certo tipo, sottoforma di garanzie da presentare sul serio. Lo sport professionistico non &egrave; un diritto da inserire nella Costituzione, chi non si pu&ograve; permettere di farlo se ne stia a casa. Tornando a Siena, non c&rsquo;&egrave; nulla di male (anzi, c&rsquo;&egrave; molto di bene) nel ripartire dalle minors con una squadra tutta senese. Di sicuro il basket italiano non &egrave; assediato da grandi investitori.&nbsp; 

<p>Una delle societ&agrave; pi&ugrave; gloriose della nostra pallacanestro &egrave; stata esclusa dalla serie A2 per motivi finanziari e sportivi, dopo una serie di vicende quasi incredibili. Ma il discorso &egrave; il solito: chi non si pu&ograve; permettere lo sport professionistico faccia altro...</p> 

La nuova fine della Mens Sana Siena

Mens Sana Siena: tutto da rifare. &Egrave; notizia di ieri: il collegio di garanzia del Coni, sotto la presidenza di Dante d&rsquo;Alessio, ha annullato le sentenze del Tribunale Federale e della Corte d&rsquo;appello Federale, in merito alla condanna per frode sportiva della Mens Sana Siena. Condanna che aveva portato alla revoca degli scudetti 2011/2012 e 2012/2013, le Coppe Italia 2012 e 2013 e la Supercoppa 2013. Che di fatto tornerebbero nella bacheca della Mens Sana, se questa non fosse fallita nel 2014, due anni dopo essere stata coinvolta nell&rsquo;inchiesta &ldquo;Time out&rdquo;, che port&ograve; all&rsquo;incriminazione per Ferdinando Minucci, ex presidente e general manager, per associazione a delinquere, riciclaggio, frode fiscale e bancarotta fraudolenta e alla sua successiva radiazione (assieme a Olga Finetti e Paola Serpi) dalla FIP. Di fatto si contesta ai manager di aver creato dei fondi all&rsquo;estero con i quali sono stati, negli anni, pagati in nero i giocatori della squadra. La cifra &egrave; stata stimata in circa 35 milioni di Euro, utilizzati in un periodo di 7 anni.  Al di l&agrave; della querelle tra chi afferma che la frode economica non avrebbe dato vantaggi sportivi e chi invece &egrave; convinto del contrario, la sentenza, di cui non si conoscono ancora le motivazioni, non riabilita dirigenti e societ&agrave;, ma pare si fondi su un vizio procedurale: non aver accettato in giudizio come avente titolo alla tutela la Mens Sana Basket 1871, nata dopo il fallimento della societ&agrave; madre. Il collegio di garanzia del Coni sembra invece voler ripartire da capo, dando voce in giudizio anche alla nuova societ&agrave;.  Un nulla di fatto quindi che al di l&agrave; delle indagini extra sportive, oramai chiuse, riporta le lancette dell&rsquo;orologio indietro di un paio di anni, con un nuovo attore, la Mens Sana Basket 1871, chiamato in aula a dire la sua. Si prospetta un lungo percorso, che per la sola giustizia sportiva vale tre gradi di giudizio, salvo poi affidare tutto al TAR. Soddisfazione per i difensori del principale imputato Minucci e forse anche per il presidente della FIP Petrucci che vede allontanarsi (ma solo nel tempo) le possibili conseguenze sull&rsquo;immagine della pallacanestro italiana, di una sentenza che non solo revochi i titoli delle annate sportive 2012 e 2013, ma anche delle precedenti 4. Un colpo di cui il basket non ha bisogno, ma che darebbe un segnale di trasparenza sportiva che al basket farebbe molto bene.

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La nuova fine della Mens Sana Siena

Il vizio di Siena e Minucci