Cerci al Milan e Gabbiadini al Napoli sono i primi grandi (tutto &egrave; relativo) colpi di un calciomercato di riparazione che contrariamente al passato sar&agrave; decisivo nella corsa ai piazzamenti europei: dal terzo posto da Champions League, a cui possono ambire praticamente tutti, al quarto e quinto da Europa League che render&agrave; poco ma &egrave; comunque utile per far vedere il marchio fuori dall'Italia. Due casi chiaramente diversi: Cerci &egrave; il classico scarto di un grande club di Champions, che una squadra italiana senza liquidit&agrave; prende per scommessa, mentre Gabbiadini il Napoli l'ha pagato con soldi veri (14 milioni di euro in totale) a Juventus e Sampdoria. A proposito della societ&agrave; di Ferrero, ci permettiamo di asteriscare l'acquisto di Correa visto che i 10 milioni di dollari (fonte Estudiantes) spesi per lui sembrano una cifra assurda non solo alla luce delle potenzialit&agrave; di Ferrero ma proprio del valore di Correa, un ventenne interessante (pu&ograve; stare a sinistra in un 4-4-2 o in un 4-3-3), ma che ha fatto discrete cose in Argentina e basta. In altre parole, &egrave; possibile che Correa sia controllato da qualche altra entit&agrave; (un procuratore, un fondo di investimento, una banca) e che Ferrero, che tutto &egrave; tranne che stupido, non abbia 'reinvestito' su di lui tutti i soldi incassati per Gabbiadini. Proprio qui volevamo arrivare: siccome diamo per scontato che un dirigente di un grande club sappia gestire un grande club meglio dei giornalisti, &egrave; evidente che qualcosa non torna nella propriet&agrave; di gran parte dei giocatori, anche italiani. Sappiamo con sufficiente certezza chi paga l'ingaggio ai giocatori, anche se molti bilanci mettono questa voce in aggregato ed &egrave; difficile risalire alle cifre esatte, ma non chi realmente controlli questi giocatori che ormai si muovono con una velocit&agrave; sospetta. Un club che sia davvero proprietario del cartellino difficilmente regalerebbe uno su cui ha appena investito 19 milioni di euro, a meno che questi 19 milioni siano solo una costruzione mediatica (come spesso sono). Questo non toglie che, per puro caso, ci possano essere incastri tecnico-tattici interessanti: il miglior Cerci sarebbe infatti il contropiedista ideale per Inzaghi, cos&igrave; come in teoria lo sarebbe stato il miglior Torres. Che Abramovich, altro noto filantropo, avrebbe regalato permettendo cos&igrave; la chiusura del cerchio (facciamo cerchietto) con l'Atletico. Conclusione? Parliamo pi&ugrave; di calcio, almeno il valore di un giocatore &egrave; visibile a tutti, e meno di quel colossale inganno che &egrave; diventato il fair play finanziario, ormai una trappola solo per i meno furbi (ultimo esempio il Barcellona).  Twitter @StefanoOlivari 

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Chiamata di Correa