Se il calciomercato fosse soltanto una questione di quantit&agrave; il re d'Europa sarebbe Enrico Preziosi che con il suo Genoa ha negli ultimi cinque campionati schierato in campo la bellezza di 137 giocatori. Un record continentale, prendendo in considerazione le prime cinque leghe (Serie A, Premier League, Ligue 1, Bundesliga e Liga) calcistiche d'Europa e quindi anche del mondo, sottolineato dal report del CIES Football Observatory, che ha analizzato i giocatori delle squadre che nelle ultime cinque stagioni hanno sempre militato nei massimi campionati del loro paese. I risultati sono davvero degni di riflessione, perch&eacute; in tutta l'Europa che conta soltanto 11 club hanno schierato pi&ugrave; di 100 giocatori e di questi 8 sono italiani: oltre al Genoa vanno citati Chievo (terzo con 117), Fiorentina (quarta con 112), Inter (quinta con 111), Udinese (sesta con 110), Roma (settima con 106), Atalanta (ottava con 104) e Milan (undicesimo con 102). In certi casi, come quello dell'Atalanta, il risultato &egrave; un misto di arrivi dal settore giovanile e di compravendite, ma nella quasi totalit&agrave; siamo di fronte a un giro spesso incomprensibile (o fin troppo comprensibile) di arrivi e partenze con una giustificazione sportiva minima. Non &egrave; un caso che all'estremo opposto, cio&egrave; di chi ha schierato meno giocatori, ci siano Bayern Monaco (55!), Real Madrid, Barcellona e Paris Saint-Germain. I club italiani con le idee pi&ugrave; chiare sono, usando questo parametro, il Napoli (80 giocatori schierati) e la Juventus (87). Mettere in campo tanti giocatori non &egrave; di per s&eacute; una cosa negativa finanziariamente, perch&eacute; spesso sono schierati per farli vedere a potenziali acquirenti (&egrave; il caso dell'Udinese, dell'Atalanta a e dello stesso Genoa), ma lo &egrave; senz'altro dal punto di vista dei risultati sportivi, a volte pessimi e sempre inferiori al potenziale. In altre parole, cambiando sempre si cancellano gli effetti anche delle scelte giuste.

Il porto di Genoa (compravendite all'italiana)

L'esonero di Juric e l'ingaggio di Andrea Mandorlini per la panchina del Genoa sono due classici colpi alla Preziosi, con allenatori low cost e soprattutto senza la pretesa di imporre acquisti, anche se magari qualcuno li vender&agrave; come mosse per tacitare la piazza. Come se i tifosi rossoblu non avessero notato le partenze a gennaio di Pavoletti (al Napoli per 18 milioni), Rincon (alla Juventus per 8) e Ocampos (prestato al Milan per 500.000 euro), a fronte di arrivi di livello inferiore, con tutto il rispetto per Morosini e Beghetto, e di infortuni gravi come quelli di Perin e Veloso. Considerando anche le operazioni estive, l'attivo di mercato del Genoa &egrave; vicino ai 30 milioni, stando a cifre ufficiali o paraufficiali. Insomma, con il Genoa Preziosi, uno degli uomini forti di una Lega il cui futuro &egrave; tutto da decidere (senza l'amico Galliani, se davvero il Milan cambier&agrave; gestione, cosa far&agrave;?), ci guadagna. Niente di male, buon per lui. Ma al di l&agrave; delle opinioni, pu&ograve; essere interessante ricordare i mercati di riparazione effettuati dal suo Genoa negli ultimi anni. Nel gennaio 2016 Preziosi vendette Mandragora alla Juve e Iago Falqu&eacute; alla Roma (anche in quella stagione l'attivo totale fu sui 30 milioni), in quella precedente a gennaio non fece molto ma l'attivo totale di mercato fu sui 15 milioni, nel 2013-14 fece poco con bilancio in sostanziale pareggio, mentre nel 2012-13 l'attivo totale di mercato fu sui 40 milioni grazie soprattutto alle cessioni di Palacio all'Inter, Destro alla Roma e Constant (a gennaio) al Milan. Complimenti quindi a Preziosi come imprenditore del calcio e valorizzatore di giocatori (plusvalenza da 15 milioni per Pavoletti e da 7,5 per Rincon, solo per citare i casi recenti), ma resta da capire quale sia il vantaggio per i tifosi del Genoa nel ripartire sempre da zero e per la serie A in generale nell'avere tante squadre 'medie' sicure di non retrocedere. Se lo chiede anche Juric, soltanto settimana scorsa, alla vigilia della trasferta di Pescara, definito 'Un grandissimo allenatore'. Da chi? Da Preziosi.

Preziosi senza il rischio retrocessione

Nel calcio e nell'Italia di una volta si comprava e si vendeva, in quelli di oggi si fanno annunci e poi fra tre settimane, quattro mesi, quindici anni ci sar&agrave;, forse, il mitico closing. Enrico Preziosi, uno degli uomini chiave del calcio italiano (e con questo sarebbe detto tutto) non ha voluto farsi mancare questo teatrino nell'operazione che forse porter&agrave; all'ingresso di un socio di minoranza nella sua Fingiochi srl, la finanziaria che controlla le sue aziende di giocattoli ed anche lo stesso Genoa. La lettera di intenti fra il gruppo Preziosi e quello facente capo a Giovanni Calabr&ograve; altro non &egrave; che un'intesa di massima, per niente vincolante, per andare avanti con le trattative (nemmeno &egrave; iniziata la due diligence). &Egrave; un periodo di grande attivismo finanziario nel calcio genovese, perch&eacute; la Sampdoria di Ferrero (...) dopo l'interessamento di Volpi &egrave; stata avvicinata proprio negli scorsi anche da un fondo di investimento inglese, ma il caso del giorno &egrave; quello del Genoa che starebbe per passare in parte nelle mani di un imprenditore mai sentito nominare (deve essere il primo requisito per entrare nel calcio italiano) n&eacute; come imprenditore n&eacute; come tifoso del Genoa. Per trovare qualcosa su Calabr&ograve; bisogna fare come il Secolo XIX, che ha scritto della sua condanna in primo grado (sei anni e quattro mesi di reclusione) per l'acquisizione di una societ&agrave; poi fallita, corredata da storie ai confini della realt&agrave; e con l'immancabile presenza di un finto sceicco (curdo di passaporto svedese ma residente in Spagna e soprattutto povero). Chiedere la vigilanza della Lega di Beretta su tutti questi personaggi che stanno entrando, ormai anche a livello di serie A (il nostro dentista &egrave; pi&ugrave; liquido forse non di Preziosi, ma certo di Ferrero), &egrave; fuori discussione, ma per fortuna in certe piazze il cosiddetto controllo sociale &egrave; pi&ugrave; forte che altrove. E Genova &egrave; una di queste. Visti gli assetti politici del calcio italiano la facilissima previsione &egrave; che, Calabr&ograve; o non Calabr&ograve;, l'era Preziosi sia ancora lontanissima dalla sua fine.  Twitter @StefanoOlivari

Giochetti Preziosi

Solo in Italia uno come Enrico Preziosi potrebbe essere ancora preso sul serio come dirigente calcistico, dopo una condanna per frode sportiva confermata in Cassazione e altre prodezze come quelle che costarono sette anni fa la retrocessione in serie C del Genoa. La buona notizia per i tifosi rossoblu &egrave; che Preziosi sembra sempre meno interessato al Genoa, ormai misto fra un porto di mare e un festival degli sconosciuti, come la vicenda Destro ha confermato in modo clamoroso. Con il presidente rossoblu impegnato a tempo pieno nel piazzare quello che nel triste calcio italiano &egrave; diventato l'uomo mercato, forte dei rapporti storici con Berlusconi e Moratti che gli sono serviti per venderlo senza svenderlo alla Roma. Che dal canto suo ha portato a termine un'operazione tecnicamente e finanziariamente inspiegabile, alla luce delle cifre della cessione di Borini. Ma dicevamo di Preziosi, che vediamo spesso in tiv&ugrave; nel solito ristorante dove i giornalisti godono del prezzo amico e che per i prossimi sei mesi non potr&agrave; accedere a luoghi dove si svolgono competizioni sportive. E' infatti questa una delle pene accessorie messe in esecuzione dalla Procura generale di Genova dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso contro la sentenza d'appello che aveva confermato 4 mesi (pena condonata) per frode sportiva (il famoso Genoa-Venezia). La crisi del calcio italiano non &egrave; tecnica, come nel suo piccolo anche la Nazionale ha dimostrato, ma finanziaria e soprattutto dirigenziale. Il problema non sono le condanne penali e sportive, ma l'assenza assoluta di un'idea di calcio che vada al di l&agrave; della compravendita di giocatori. Seriamente, quale sarebbe il progetto Preziosi? 

4 risultati per 'enrico-preziosi'

Il porto di Genoa (compravendite all'italiana)

Preziosi senza il rischio retrocessione

Giochetti Preziosi

Sei mesi senza Preziosi