Nessuno sa chi sar&agrave; il prossimo secondo azionista del Milan, visto che dietro a Mister Bee ci sono banche garanti ma non ancora persone o aziende riconoscibili. E a dirla tutta nessuno sa chi sia il reale proprietario del cartellino di Mario Balotelli, che molto probabilmente (scriviamo a trattativa in corso) torner&agrave; a vestire la maglia rossonera dopo un anno buttato via sotto ogni profilo tranne quello finanziario. Ma mettiamo, per comodit&agrave;, che sia il Liverpool. Sulla parte sportiva dell'operazione abbiamo pochi dubbi: Balotelli, che non ha ancora compiuto 25 anni, &egrave; una scommessa da fare e a maggior ragione con un allenatore poco condiscendente come Mihajlovic, che fra l'altro l'ha anche intercettato nella parte finale del primo governo Mancini all'Inter e ha con lui un buon rapporto. Che non aveva bisogno di essere cementato nell'incontro di sabato in un parcheggio di Firenze, servito giusto per qualche chiarimento (in sintesi: caro Mario, io ti vedo bene ma tu parti come terza punta) preventivo. Non mancano i 'contro': il grosso della tifoseria milanista (Berlusconi compreso) non lo ama, ci sono gi&agrave; due punte come Bacca e Luiz Adriano che si muovono come desidera Mihajlovic (non a Firenze), soprattutto Balotelli pur non avendo problemi fisici pare avere perso il fuoco sacro pur facendo una vita pi&ugrave; da atleta di molti calciatori formato famiglia (ma soltanto per i servizi su 'Chi'). Come al solito i risultati tracceranno con il senno di poi il confine fra genialata o idiozia. Ma anche il discorso di mercato merita qualche considerazione, perch&eacute; nemmeno quello folle di Premier League prevede che un club mandi deliberatamente al macero, in meno di un anno (di fatto Rodgers ha 'battezzato' Balotelli a gennaio), un investimento teorico da 70 milioni di euro fra cartellino (...) e ingaggio. E quindi? Nei fatti Balotelli &egrave; controllato da se stesso o dal suo procuratore Mino Raiola, che lo manda dove vuole, con i pagamenti da parte dei club che scontano soltanto una sorta di deprezzamento-ammortamento (venduto dall'Inter per 28 milioni di euro, dal Manchester City per 25, dal Milan per 20, dopo il prestito verrebbe riscattato dal Milan per 18, come era stato proposto anche alla Lazio, o girato a un nuovo amatore che debba per vari motivi tenersi il cerino acceso in mano), mentre di sostanziale c'&egrave; l'ingaggio da 6 milioni netti: che in Inghilterra non fa impressione ma che in Italia &egrave; superato soltanto da quello di De Rossi. Volendo esagerare con la dietrologia Balotelli si pu&ograve; anche considerare una sorta di tassa su Ibrahimovic: difficile che arrivi quest'anno, considerando anche la quantit&agrave; di punte nella rosa, ma nel 2016 (a 35 anni...) sar&agrave; libero di andare dove vuole o dove lo direzioner&agrave; Raiola. Conclusione? Da balotelliani osservanti siamo dalla parte della scommessa di Galliani, che ci ha messo la faccia pi&ugrave; di quanto abbia fatto il suo presidente (che in caso di disastro, come per Inzaghi, si defiler&agrave;), senza entrare nel merito di questi frequenti giri di valzer sempre con gli stessi procuratori. Sar&agrave; un fallimento? Tanto dal Matri della situazione pi&ugrave; di tanto non si sarebbe tirato fuori, tanto vale quindi pensare in grande in una squadra dove le lacune in ogni caso sono a centrocampo.  Twitter @StefanoOlivari

Balotelli, una scommessa da Galliani

Chiamiamolo &ldquo;Novantesimo sminuito&rdquo;. Chiarirebbe che la Rai &egrave; riuscita ad ammazzare la sua trasmissione calcistica di punta. Anzi, siamo onesti, a darle il colpo di grazia: i fendenti inflitti da Sky, spezzatino, scandali e trasformazione della societ&agrave; italiana avevano ridotto &ldquo;Novantesimo minuto&rdquo; al fantasma di se stesso. L&rsquo;unica strada possibile, per non vivacchiare di briciole Auditel, poteva essere un ritorno al passato, ma coi mezzi tecnici attuali: vecchia sigla (non solo la musichetta, anche l&rsquo;immagine dello stadio che si riempie) e telecronisti strapaesani anzichen&ograve;, anche se geni come Bubba, Carino, Gard e Castellotti mica si inventano a tavolino. La scelta di Galeazzi come opinionista sembrava il primo passo all&rsquo;indietro.  Invece, una tragedia. Via Bisteccone, il punto tecnico &egrave; stato affidato a Jacopo Volpi, leccato e grigio come ormai il suo caschetto di capelli, stimolato - scusate la parola, quantomai inadatta - da quel brillantone di Franco Lauro. Consapevoli della letale noia dello studio, ecco allora che i cervelloni Rai hanno avuto la brillante idea delle urla degli inviati, uniformandosi all&rsquo;emotivit&agrave; che &egrave; ormai la chiave e il problema dell&rsquo;informazione attuale, che non trasmette pi&ugrave; informazioni, ma emozioni. L&rsquo;ispirazione &egrave; venuta da quel che pochi anni fa faceva Fabrizio Failla, che fingeva enfasi sui gol che raccontava, come se stessero accadendo in quell&rsquo;istante. Cos&igrave; ora tutti i giornalisti spediti sui campi, poveracci, devono fare una telecronaca  in diretta e integrale, come i colleghi di Sky, senza per&ograve; andare in onda. Alla fine fanno taglia e cuci dei momenti salienti, lasciando il commento originale. In sostanza, una faticaccia dell&rsquo;ostrega per partorire una serie di grida enfatiche su gol e occasioni, senza un pelo di analisi tecnica e tattica. Il tutto voluto da chi ha appena tolto la moviola per scegliere un&rsquo;informazione pacata e meditata. Fossimo sulla tv satellitare potremmo parlare di Skyzofrenia. Essendo in Rai probabilmente non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; niente da dire. Livio Balestri

Novantesimo Minuto ha riaperto i battenti, con molte novit&agrave; rispetto alla passata gestione, ma con pochi miglioramenti, anzi...

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Balotelli, una scommessa da Galliani

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